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Senza elettricità

I sabotaggi in Francia, le rivendicazioni e l'èra dei nuovi conflitti

Mauro Zanon

Gli anarchici rivendicano i blackout di Nizza e Cannes puntando il dito contro le esportazioni di armi francesi. Dinanzi alla minaccia per la sicurezza, serve “prendere atto della realtà, non sottovalutare gli avversari e adottare misure per prevenire i rischi”. Colloquio con Alain Bauer, professore di Criminologia al Conservatoire National des Arts et Métiers

Parigi. “Dietro la serie di sabotaggi nella regione Paca (Provenza Alpi Costa Azzurra) l’ombra dell’ultrasinistra”. Così titola il Figaro il giorno dopo il sabotaggio che nella notte tra sabato e domenica ha provocato un’interruzione di energia elettrica per diverse ore a Nizza e nelle città limitrofe di Saint-Laurent-du-Var e Cagnes-sur-Mer, nel sud-est della Francia. Secondo quanto riferito dal gestore della rete Enedis, dalle 2 alle 5 e 30 del mattino circa 45 mila case sono rimaste senza elettricità. Il procuratore di Nizza, Damien Martinelli, ha dichiarato che il blackout è stato causato dall’incendio di un trasformatore elettrico del quartiere Les Moulins, all’altezza di avenue Paul Montel. Una fonte vicina al dossier sentita dal Figaro ha confermato che l’incendio è “doloso” e riferito che la porta per accedere al trasformatore è stata vandalizzata.

Lo stesso modus operandi è stato constatato nella notte tra venerdì e sabato, quando due atti di sabotaggio – un incendio doloso in una sottostazione ad alta tensione a Tanneron, e un traliccio elettrico segato a Villeneuve-Loubet, nelle Alpi Marittime – hanno causato un blackout in particolare a Cannes, nel giorno della cerimonia di premiazione del Festival del cinema che ha chiuso affidandosi ai generatori autonomi di elettricità. Per ora, nulla permette di stabilire ufficialmente un legame tra i diversi incidenti. Domenica, tuttavia, c’è stata una prima rivendicazione da parte di “due bande di anarchici”, attraverso un comunicato apparso sul sito vicino ai milieu altermondialisti Indymedia.

Gli autori scrivono che gli obiettivi erano “la principale sottostazione elettrica che rifornisce l’area metropolitana di Cannes” e “la linea a 225 kV proveniente da Nizza”, e miravano a “perturbare il Festival”, ma anche a “privare di energia i centri di ricerca e gli stabilimenti di Thales Alenia Space, le sue decine di subappaltatori, le startup di French Tech che si credono al sicuro, l’aeroporto e tutti gli altri stabilimenti industriali, militari e tecnologici della zona”. Nella loro denuncia, gli anarchici affermano che il Festival di Cannes “serve da vetrina per una Repubblica francese magniloquente, che difende i valori del Progresso sulla scena internazionale, ma è soprattutto seconda esportatrice di armi al mondo. L’eccellenza francese in questo campo arma la Nato e semina morte, dallo Yemen a Gaza, dall’Ucraina al Sahel”.

Siamo di fronte a operazioni simili a quelle avvenute alla vigilia dei Giochi olimpici di Parigi, quando la rete ferroviaria francese venne parzialmente paralizzata a causa di tre atti di sabotaggio commessi nella notte tra il 25 e il 26 luglio? “Anzitutto, dobbiamo essere sicuri che la rivendicazione (anonima) su Indymedia sia autentica”, dice al Foglio Alain Bauer, professore di Criminologia al Conservatoire National des Arts et Métiers. “C’è una somiglianza” con le operazioni di sabotaggio condotte alla vigilia delle Olimpiadi, sottolinea Bauer, ma non si può ancora affermare con certezza che esista un legame tra i due eventi.

Domenica, il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, ha parlato di “volontà di destabilizzare il nostro paese”, lasciando intendere che questi gruppi anarchici potrebbero essere stati strumentalizzati da paesi stranieri, a partire dalla Russia. “Non si può mai escludere nulla”, dice al Foglio Bauer, aggiungendo che “la questione della vulnerabilità delle reti (internet, cavi telefonici e informatici, rete elettrica, gasdotti, etc.) è stata al centro delle strategie di destabilizzazione portate avanti dalle forze filorusse fin dall’inizio del conflitto ucraino”. E ancora: “Non dobbiamo essere ingenui. Siamo in guerra e la guerra è sempre asimmetrica. Che si tratti di proteste radicali contro il sistema o di operazioni legate ai conflitti in corso, non possiamo escludere nessuna pista”. Dinanzi alla minaccia per la sicurezza rappresentata da questi atti di sabotaggio, Bauer invita a “prendere atto della realtà, a non sottovalutare gli avversari e ad adottare misure per anticipare e prevenire i rischi”. “La società ‘aperta’ degli anni Settanta, la globalizzazione felice senza avversari, appartiene al passato”, conclude Bauer. “Dobbiamo tornare alle fondamenta della sicurezza: prevenzione, deterrenza e resilienza”
 

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