
Ansa
Editoriali
Teheran scommette su Trump
I colloqui sul nucleare tornano a Roma. Probabilmente perchè l'Iran è convinto di ottenere molto. L'America non fa più paura ai suoi avversari, che la vedono come prevedibile
Il quinto round di colloqui tra Stati Uniti e Repubblica islamica dell’Iran si terrà a Roma venerdì 23 maggio, sempre sotto la mediazione dell’Oman. Teheran aveva detto di essere pronto a far saltare tutto, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, dopo aver dimostrato interesse al colloquio, aveva detto che non aveva senso continuare a parlare se gli Stati Uniti spingevano per il completo smantellamento del progetto nucleare. La Guida suprema Ali Khamenei aveva fatto sapere che i colloqui non stavano andando da nessuna parte, raggelando le parole di ottimismo di Donald Trump su un accordo possibile in tempi brevi. La scorsa settimana, l’inviato speciale per il medio oriente, Steve Witkoff, che è anche l’uomo che partecipa ai colloqui con l’Iran e che verrà a Roma, aveva fatto sapere di aver consegnato agli iraniani una bozza di accordo e di essere in attesa della risposta di Teheran.
La reazione di Aragchi e Khamenei potrebbe essere la prima risposta, ma il segnale che gli iraniani sono di nuovo pronti a incontrare gli americani vuol dire che pensano di poter ottenere qualcosa dai colloqui. Il modello del dialogo di Washington con i russi e con gli iraniani spesso si somiglia, così Teheran vede l’incoerenza dimostrata da Trump con Putin ed è sicuro di poter ottenere altrettanto. Quest’America non fa più paura ai suoi avversari, che la vedono come prevedibile. Teheran inoltre ha ricevuto tutti segnali rassicuranti sul fatto che la Casa Bianca non ha intenzione di seguire Israele in un attacco contro i suoi siti nucleari, che secondo la stampa americana per Tsahal rimane ancora una priorità. Senza il sostegno americano per Israele è impensabile attaccare la Repubblica islamica, ha bisogno di copertura, l’attacco ai siti nucleari non è un semplice bombardamento e per il momento Trump e la sua Amministrazione hanno escluso qualsiasi tipo di supporto. Teheran ha più di un motivo per scommettere sul presidente americano e il suo inviato Witkoff.