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Editoriali

Merz appoggia la Francia sull'energia atomica

Redazione

La Germania cambia rotta: ora il nucleare può contare sul sostegno di Berlino. Con il nuovo cancelliere tedesco, l’atomo torna al centro della strategia energetica europea. Sarà interessante vedere come si posizionerà l'Italia, che fin ora ha fatto del nucleare solo argomento retorico

Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, potrebbe aprire una nuova pagina della politica climatica europea. Secondo il Financial Times, la Germania ha dato alla Francia la disponibilità di far cadere il veto sul nucleare, equiparandolo alle fonti rinnovabili. Finora Berlino è stata la capofila della coalizione degli anti-nuclearisti: oltre a stabilire la chiusura anticipata degli impianti tedeschi, si è sempre opposta a trattare l’atomo alla stregua del vento e del sole. Ciò si è tradotto in un disegno delle politiche che, all’obiettivo ambientale di ridurre le emissioni, ne ha affiancati altri relativi al come farlo: con le rinnovabili e l’efficienza energetica. Ciò ha prodotto dei paradossi: la Francia, che ha il parco di generazione elettrica più pulito d’Europa, potrebbe essere messa in mora perché usa troppo nucleare e non abbastanza rinnovabili. L’apertura di Merz è un cambio di passo significativo che implica un avvicinamento alla logica della neutralità tecnologica tanto invocata quanto poco praticata.

Se infatti nucleare e rinnovabili fossero messe sullo stesso piano – come già avviene nella Tassonomia degli investimenti sostenibili – allora sarebbe il mercato, non il favore dei politici, a decretarne il ruolo. Ciò chiama in causa la stessa industria nucleare, che finora si è nascosta dietro lo spauracchio delle policy ostili, ma che ora dovrà  mostrare di poter mettere in campo reattori affidabili e competitivi (al contrario di quanto accaduto finora, con ritardi ed extracosti enormi). Se Merz saprà cambiare gli equilibri in Europa, anche l’industria perderà un’alibi per rinviare la decarbonizzazione: cosa di cui gli ambientalisti dovrebbero essere felici. Insomma, potrebbe essere un sano momento del dunque per tutti. Sarà interessante vedere anche come si posizionerà l’Italia, che finora del nucleare ha fatto solo argomento retorico: il disegno di legge delega annunciato mesi fa sta ammuffendo a Palazzo Chigi, visto che il governo Meloni non l’ha ancora formalmente approvato. Dopo aver perso il treno delle rinnovabili, perderemo anche quello del nucleare?