
LaPresse
botta e risposta
Il nucleare e le fake sul blackout spagnolo
Le centrali nucleari spagnole sono operative, il blackout è stato causato dalla rete, non dal nucleare. Le rinnovabili, utili ma non programmabili, generano oggi distorsioni gravi su rete e mercato. La risposta a Frassoni
L’articolo di Monica Frassoni pubblicato sul Foglio del 14 maggio contiene alcuni errori evidenti e inesattezze che val la pena evidenziare.
1. Non è vero che le centrali nucleari in Spagna non sono ancora ripartite dopo il black out, per altro causato da problemi sulla rete. Sono al contrario pienamente operative. Bastava controllare su Electricitymap, applicazione utilissima.
2. Mentre il nucleare è programmabile e anche seppur parzialmente modulabile la stessa cosa non avviene per le rinnovabili intermittenti che producono quando le condizioni climatiche lo permettono e quando producono lo fanno tutte assieme senza poter modulare la loro produzione.
3. La Spagna è stata attrattiva per gli investitori in rinnovabili ma l’eccesso di produzione non programmabile che determina addirittura prezzi negativi o continui tagli imposti dal gestore della rete ha fatto si che molti impianti siano stati messi in vendita
4. Finalmente anche la Frassoni riconosce che tutti gli investimenti connessi allo sviluppo delle rinnovabili hanno un costo, che nessuno per altro ha ancora quantificato e che non è facilmente prevedibile sul lungo periodo: nuove linee di trasmissione di alta e di media tensione, batterie, capacity. Quindi altro che costo zero. Tutti destinati a finire in bolletta. Senza contare un paio di centinaia di miliardi di incentivi già concessi e qualche altra decina già previsti. Inoltre insistere su questa tesi secondo la quale solo le rinnovabili sarebbero la soluzione totale e definitiva sta facendo come è evidente solo danni. Il peggior nemico delle rinnovabili, utilissime se impiegate nella giusta misura, è proprio chi scambia la ragione con il tifo.