
Putin si compiace del suo 9 maggio pieno di ospiti
Il capo del Cremlino cancella l'Ucraina dalla storia dell'Armata rossa, dice che il popolo sostiene l'"operazione militare speciale" e che Mosca sarà sempre una barriera contro "il nazismo, la russofobia, l’antisemitismo". Il discorso, la retorica vecchia, gli ospiti
Vladimir Putin ha preso la parola davanti alla Piazza, con ventinove leader internazionali alle sue spalle – dall’inizio dell’aggressione contro l’Ucraina, gli spalti non erano mai stati tanto gremiti di delegazioni internazionali. Il capo del Cremlino ha detto: “Conserviamo fedelmente la memoria di questi eventi storici trionfali. E come eredi dei vincitori celebriamo la festa del 9 maggio come la nostra festa più importante, per l’intera nazione, per ogni famiglia, per ognuno di noi. I nostri padri, nonni e bisnonni hanno salvato la patria. E ci hanno lasciato in eredità la difesa della nostra patria, l’unione, la difesa dei nostri interessi nazionali, della nostra storia millenaria, della nostra cultura, dei nostri valori tradizionali. Tutto ciò che ci è caro, tutto ciò che ci è sacro”. Alle sue spalle, gli interpreti traducevano alle orecchie dei leader stranieri il discorso del presidente russo, che come a ogni 9 maggio è stato breve, incentrato sul passato, con riferimenti chiari alla guerra che Putin ha iniziato con l’Ucraina. Porsi però soltanto come difensore dei valori contro l’Ucraina – mai citata apertamente nel discorso – sarebbe poco per Putin, con tanti leader alle sue spalle. La lotta di cui il capo del Cremlino vuole essere promotore è contro l’occidente. “Ricordiamo le lezioni della Seconda guerra mondiale e non accetteremo mai la distorsione dei suoi eventi. I tentativi di giustificare i carnefici e di calunniare i veri vincitori. Il nostro dovere è difendere l’onore dei soldati e dei comandanti dell’Armata Rossa, la grande impresa dei rappresentanti di diverse nazionalità, che per sempre nella storia mondiale rimarranno come soldati russi. La Russia è e sarà sempre una barriera indistruttibile contro il nazismo, la russofobia, l’antisemitismo e combatterà le atrocità commesse dai sostenitori di queste idee aggressive e distruttive. La verità e la giustizia sono dalla nostra parte. L'intero paese, la società e il popolo sostengono i partecipanti all’operazione militare speciale. Siamo orgogliosi del loro coraggio e della loro determinazione, della forza d’animo che ci ha sempre portato solo vittorie”.
Questo è stato il riferimento alla guerra, che era presente ben al di là delle parole. Sotto gli occhi del capo del Cremlino hanno sfilato i battaglioni stranieri, scorrevano i nomi di generali del passato. Putin ha citato il contributo dell’Asia centrale e del Caucaso, ha citato il sacrificio di Minsk, e nella storia della resistenza al nazismo ha cancellato l’Ucraina. Ha fatto di più, spingendosi a dire che il sacrificio dell’Armata rossa verrà ricordato come un sacrificio russo: nessuno al suo fianco ha avuto da ridire, nessun leader dei paesi che hanno fatto parte dell'Urss tra coloro che sedevano sugli spalti ha avuto un fremmito di contrarietà.
Accanto a Putin era seduto il leader cinese Xi Jinping, che si è alzato in piedi quando sulla Piazza i soldati di Pechini hanno sfilato, unendosi alla marcia dei soldati russi e immersi tra le armi russe. Essere a Mosca oggi voleva dire sostenere “l’operazione militare speciale”, tutti i leader presenti ne erano consapevoli.