negazionismi

Per il vincitore del Pulitzer Mosab Abu Toha, non ci sono ostaggi israeliani a Gaza

Giulio Meotti

Il Premio è stato assegnato questa settimana al poeta di Gaza, che sui suoi social ha più volte attaccato i cittadini di Israele presi in ostaggio da Hamas. La lettera di protesta di Emily Damari, prigioniera dei terroristi per quasi 500

“Cari membri del consiglio direttivo dei @PulitzerPrizes, mi chiamo Emily Damari. Sono stata tenuta in ostaggio a Gaza per oltre 500 giorni. La mattina del 7 ottobre, ero a casa nel mio monolocale nel kibbutz Kfar Aza quando i terroristi di Hamas hanno fatto irruzione, mi hanno sparato e mi hanno trascinata oltre il confine, a Gaza. Ero una dei 251 uomini, donne, bambini e anziani rapiti quel giorno dai loro letti, dalle loro case e da un festival musicale”. Damari ha continuato a descrivere il suo calvario in prigionia: “Per quasi 500 giorni sono stata affamata, maltrattata e trattata come se fossi meno che umana. Ho visto amici soffrire. Ho visto la speranza affievolirsi. Quindi immaginate il mio shock e il mio dolore quando ho visto che avete assegnato il Premio Pulitzer a Mosab Abu Toha. Quest’uomo, a gennaio, ha messo in dubbio il fatto stesso della mia prigionia. Ha pubblicato un post su di me su Facebook e ha chiesto: ‘Come diavolo si fa a chiamare questa ragazza ostaggio?’”. 

 

Abu Toha aveva pubblicato un post su Damari sui social  il 24 gennaio 2025: “Come diavolo si fa a chiamare questa ragazza ostaggio? Questa è Emily Damari, una soldatessa israelo-britannica di 28 anni... Quindi questa ragazza viene chiamata ‘ostaggio’? Questa soldatessa che si trovava vicino al confine con una città che lei e il suo paese hanno occupato viene chiamato ‘ostaggio’?”. 

Il Premio Pulitzer è stato assegnato questa settimana al poeta di Gaza Mosab Abu Toha. La ong HonestReporting ha chiesto la revoca del prestigioso premio. Mosab Abu Toha ha conseguito il massimo riconoscimento giornalistico per i suoi articoli pubblicati sul New Yorker che descrivono la guerra a Gaza. Ma a quanto pare, sia la rivista sia il comitato Pulitzer non hanno controllato sui social network i post di Abu Toha. 

Un post analogo di Abu Toha, pubblicato il 3 febbraio 2025, prendeva di mira l’ex ostaggio israeliano Agam Berger: “L’’ostaggio’ israeliano Agam Berger, rilasciata giorni fa, partecipa alla cerimonia di diploma della sorella in un corso per ufficiali dell’Aeronautica militare israeliana. Questi sono coloro per cui il mondo vuole esprimere solidarietà, assassini che si arruolano nell’esercito e hanno parenti nell’esercito!”. 

Forse non è un caso che i Pulitzer sono amministrati alla Columbia University, l’ateneo più compromesso dopo il 7 ottobre con le manifestazioni filo palestinesi e filo Hamas. “Affermate di onorare il giornalismo che difende la verità, la democrazia e la dignità umana, eppure avete scelto di dare voce a una voce che nega la verità, cancella le vittime e profana la memoria degli assassinati” conclude Emily Damari. “Onorandolo, vi siete uniti a lui nell’ombra del negazionismo. Questa non è una questione politica. E’ una questione di umanità. E oggi avete fallito”. 

Mosab Abu Toha ha anche messo in dubbio le prove forensi che dimostrano che i bambini Bibas – Kfir di 9 mesi e Ariel di 4 – sono stati uccisi dai loro sequestratori. Il 21 febbraio 2025 lo scrittore ha postato quanto segue sui media che hanno riferito dello strangolamento dei Bibas:“Se non avete visto le prove, perché l’avete pubblicato? Ebbene, ecco cosa siete: gente lurida”. 

Non si sa neanche quanti dei 58 israeliani ancora prigionieri a Gaza siano  vivi. Ma agli occhi del Pulitzer (e di un bel pezzo di coscienza colta che conta), nessun israeliano può essere  ostaggio. Un pezzo d’occidente è seduto in una nota taverna napoletana.
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.