
Ansa
Editoriali
Tutti gli autogol di Trump sul petrolio
Sotto la presidenza di Joe Biden, la produzione petrolifera americana ha raggiunto un record, ma ora sta affrontando sfide legate al raffreddamento dell'economia e alle decisioni dell'Opec+, con prezzi in calo che potrebbero segnare l'inizio della prima vera crisi del settore
La produzione petrolifera americana ha raggiunto, sotto la presidenza dell’“ambientalista” Joe Biden, il record di 13,2 milioni di barili al giorno nel 2024. Con l’Amministrazione democratica le estrazioni sono aumentate di quasi due milioni di barili al giorno. E se fosse proprio il “negazionista” Donald Trump ad accompagnare il settore alla sua prima, vera crisi? Finora, il comparto ha seguito una quasi ininterrotta traiettoria ascendente: col boom delle risorse non convenzionali, la produzione è cresciuta di circa due volte e mezza rispetto ai 5 milioni di barili quotidiani nel 2007 (giusto prima dell’insediamento di Barack Obama). A sostenere questa espansione, che ha fatto degli Usa il maggior produttore mondiale, è stata la combinazione tra innovazione tecnologica e prezzi sostenuti.
Adesso però le cose stanno cambiando: le priorità politiche della nuova Amministrazione stanno avendo effetti sia interni (il raffreddamento dell’economia) sia esterni (la decisione dell’Opec+ di continuare ad aumentare la produzione). Ciò spinge i prezzi a livelli che non si vedevano da tempo: il Brent è sceso a 60 dollari e potrebbe calare ancora. Questo potrebbe aprire una nuova fase. Dal punto di vista dei paesi produttori, sembra che la strategia di difendere i margini abbia ceduto il passo a quella opposta di riconquistare quote di mercato.
Dal punto di vista dell’economia globale e dei consumatori americani, è un sospiro di sollievo. Ma dalla prospettiva di uno dei gruppi che hanno sostenuto Trump con più vigore, i produttori petroliferi attivi negli Usa, è una doccia fredda: a questi livelli di prezzi, molti si troveranno costretti a ridurre la produzione e tagliare gli investimenti (o lo stanno già facendo). Infatti, le loro produzioni hanno costi marginali relativamente elevati e un modello di business estremamente flessibile, legato alle tecniche di fratturazione idraulica: quindi sono i primi a tirare i remi in barca quando le quotazioni calano. Qualcuno comincia a dire che la produzione americana potrebbe aver superato il suo picco. Altro che drill, baby, drill: cut, baby, cut.
