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Il nuovo cancelliere

I tre dossier su cui possono lavorare insieme Merz e Meloni. Intervista

Daniel Mosseri

Dalla difesa dell'Ucraina ai dazi di Trump. Il rapporto con la premier è ancora tutto da costruire, ma “sono sicuro che il cancelliere verrà a Roma poco dopo il suo giuramento". Non prima di essere passato a Parigi, Bruxelles e Varsavia. Colloquio con il politologo tedesco Nino Galetti

Berlino. Finalmente cancelliere. Sono passati sei mesi dal 6 novembre del 2024, il giorno in cui in Germania il governo di Olaf Scholz andava in crisi e gli americani rieleggevano Donald Trump. Oggi è il giorno di Friedrich Merz. Il nuovo cancelliere tedesco della Cdu – coalizzato con i fratelli bavaresi della Csu e con i socialdemocratici di Lars Klingbeil (che diventa titolare delle Finanze e vicecancelliere) – tanto nuovo poi non è: 70 anni a novembre, Merz è un cavallo di razza del partito cristianodemocratico, ma soprattutto come ci spiega Nino Galetti, è un convinto europeista. Politologo tedesco dal nome e cognome italiani, Galetti ci aiuta capire con quali occhi Friedrich Merz e la sua Cdu guardano all’Italia e a Giorgia Meloni. Galetti, che da cinque anni guida l’ufficio romano della Konrad Adenauer Stiftung (Kas), il think tank tedesco della Cdu, è un attento osservatore delle cose italiane, ma prima di rispondere sui futuri rapporti fra il cancelliere e la presidente del Consiglio, ci ricorda le origini di Merz ossia i suoi studi di specializzazione a Saarbrücken, la citta tedesca più vicina al confine francese, e i suoi forti legami con la Francia rafforzati dalla sua elezione nel 1989 a deputato europeo, “che lo ha portato a vivere fra Bruxelles e Strasburgo”.

 

                  

 

Il neocancelliere parla il francese come anche l’inglese che ha imparato in lunghi anni di carriera quale avvocato di imprese multinazionali, non ultimo il fondo Blackrock, ma anche quale presidente di organizzazioni per il rafforzamento delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Germania come l’Atlantik-Brücke (il Ponte atlantico). Merz è insomma figlio della scuola renana della Cdu di Helmut Kohl per la quale l’Eliseo e la Casa Bianca sono gli amici “naturali” del governo di Berlino. “L’inglese di Merz”, sottolinea poi Galetti, “è proprio quello degli imprenditori americani”, il linguaggio di Trump. E se il cancelliere pro Unione europea e pro Nato non è certo un fan dei dazi o delle entrate a gamba tesa della cerchia di Trump nella politica tedesca, “la sua conoscenza di questo mondo è tanto più utile in questo momento in cui l’Europa ha bisogno di rilanciare i propri rapporti con l’America.

E l’Italia? “Merz è consapevole che l’Italia è uno dei partner più importanti della Germania; allo stesso tempo in Germania resta diffusa la percezione di Fratelli d’Italia quale partito post fascista come si ricordano anche i primi passi in politica di Giorgia Meloni in ambito neofascista”. Motivi per cui, osserva il politologo, Merz non l’ha ancora incontrata ufficialmente. D’altro canto, in quanto leader dal 2022 del più grande partito di opposizione tedesco, Merz non aveva una ragione specifica per un faccia a faccia con Meloni. Lo faceva invece il suo predecessore socialdemocratico Scholz “seppur senza troppo entusiasmo”. 

Oggi la prospettiva di Merz cambia “e sono sicuro che il cancelliere verrà a Roma poco dopo il suo giuramento; ma dobbiamo anche ricordare al lettore italiano che le prime destinazioni del capo del governo tedesco sono di solito Parigi, Bruxelles e Varsavia”, mentre Roma, Londra e Vienna arrivano al secondo giro – anche se, ma questa è solo una speculazione, da domani nella Città Eterna si andrà anche per conoscere il nuovo Papa. 

Il rapporto con Meloni, insomma, è tutto da costruire mentre relazioni già consolidate esistono con la Südtiroler Volkspartei per ragioni linguistiche e soprattutto “con Antonio Tajani e Forza Italia”, entrambi presenti anche al congresso del Ppe a Valencia meno di una settimana fa. Leader con storie politiche diverse, Merz e Meloni, da oggi colleghi, possono però lavorare su dossier comuni. Il primo, per il direttore della Kas romana, è la difesa dell’Ucraina e la minaccia della Russia; “il secondo è affrontare insieme, quali membri dell’Ue, la politica dei dazi di Donald Trump”; il terzo, anche questo un temo comunitario, rilanciare l’economia europea della quale Germania e Italia sono due protagoniste, collegate l’una all’altra

Resta da capire se il centrodestra italiano possa servire da modello a quello tedesco in cui la Cdu è tallonata da AfD, un partito di recente etichettato come estremista in Germania. “No”, risponde Galetti escludendo tentativi di Merz di spaccare il fronte sovranista tedesco. “Tanti elettori dell’AfD in passato votavano Cdu, Spd o Linke: l’obiettivo di Merz è lanciare un’azione di governo decisa per dare da subito segnali di discontinuità con il passato. Una politica per fare tornare indietro gli elettori. Da oggi si comincia”.