
Ansa
Editoriali
La diplomazia dei ponti di Putin
La Russia annuncia la costruzione di un nuovo ponte stradale verso la Corea del Nord: non solo infrastruttura, ma simbolo di un'alleanza militare sempre più stretta, cementata da soldati, missili e obiettivi condivisi
Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha annunciato l’inizio della costruzione di un nuovo ponte che collegherà la Russia e la Corea del nord attraversando il fiume Tumen. Non è il primo ponte a unire i due paesi, esiste già quello denominato dell’Amicizia: un ponte ferroviario entrato in funzione nel 1959. La nuova costruzione sarà invece percorsa da una strada e, ha detto il premier, servirà a rafforzare i rapporti tra i due paesi. I ponti non sono mai costruzioni pensate come mera utilità logistica, per Mosca i ponti sono qualcosa di più: sono muscoli, mostrano un avvicinamento fisico, sono un simbolo, ostentano un legame come accaduto per il ponte che collega la Russia alla Crimea, costruito per dire al mondo che ormai la penisola era russa e c’era un braccio fisico a mostrarlo.
Ovviamente il ponte di Kerch servì anche e soprattutto a spostare armi e mezzi utili ad attaccare l’Ucraina, ma per Mosca divenne un simbolo, tanto da meritare film in suo onore. Il nuovo ponte fra la Russia e la Corea del nord sarà lungo 850 metri e si collegherà direttamente alla linea autostradale russa. Il giornale russo Kommersant scrive che sarà pronto entro l’estate del 2026. E’ stato Mishustin a sottolineare come non si tratterà semplicemente di un’opera ingegneristica, ma del simbolo di una relazione sempre più stretta. Infatti fra Mosca e Pyongyang l’amicizia è serratissima, e il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha siglato con Vladimir Putin un trattato di difesa, nell’ambito del quale Pyongyang ha accettato di mandare 15 mila soldati a combattere al fianco dei soldati russi nella regione del Kursk: almeno 600 sono morti. L’amicizia tra la Russia e la Corea del nord è fatta di trattati, soldati e missili, gli esperti militari russi vanno sempre più spesso in visita a Pyongyang. Per Kim Jong Un di questo rapporto è importante soprattutto una caratteristica: imparare a combattere la prossima guerra e assicurarsi già l’esistenza di un alleato esperto.