Nigel Farage (foto Ap, via LaPresse)

editoriali

Nigel Farage ride dopo le amministrative inglesi

Redazione

Il leader nazionalista strazia i Tory e il Labour. “Oggi il centro sono io”, annuncia tronfio il leader di Reform alludendo alla “maggioranza silenziosa” alla quale oggi la sua ultima avventura elettorale darebbe voce

Nel volto raggiante di Nigel Farage, uscito assieme alla sua candidata nel collegio parlamentare di Runcorn and Helsby prima ancora che venisse proclamata la vittoria di Sarah Pochin per soli sei voti, il successo elettorale più stretto della storia del Regno Unito, c’era tutta la portata del voto britannico del primo maggio, il fiato mozzato di una giornata che rischia di restare nella storia.

   

Sotto la marea turchese di Reform Uk, che conquista amministrazioni locali e consiglieri, strappandoli soprattutto ai conservatori, un “terReformoto”, come ha scherzato Farage, i commentatori si affannano a decretare la fine del bipartitismo inglese. “Oggi il centro sono io”, annuncia tronfio il leader di Reform ai microfoni di Beth Rigby di Sky, che gli snocciola i territori conquistati, un tempo solidi per i laburisti o i Tory, e ora turchesi, alludendo alla “maggioranza silenziosa” alla quale oggi la sua ultima avventura elettorale darebbe voce, con una agenda antisistema e anti immigrazione, orientata a lucrare sulla crescente fatica dei partiti tradizionali. I Tory sono “finiti, terminati, spariti”, dice Farage, arrogandosi il ruolo di “unica opposizione” al governo di Keir Starmer (al quale consiglia invece, sardonico, di andare avanti così). Il premier non si agita, in fondo Reform passa da quattro a soli cinque parlamentari e morde soprattutto la carne viva dei Tory, e invita il suo governo ad “accelerare” nel cambiamento promesso. Anche se proprio il cambiamento, ad esempio con i tagli ai sussidi per il riscaldamento, di cui beneficiano circa 10 milioni di pensionati, ha  avuto un impatto negativo sul risultato del Labour (inutile dire che l’ala sinistra del partito ha subito rialzato la voce).

   

Sono stati premiati in effetti anche i verdi e i libdem sui territori, cioè chiunque non sia rosso o blu, l’establishment di Westminster. “Adesso nessuno ride più di me”, ha scherzato truce coi giornalisti il leader di Reform, morto (politicamente) e risorto tante volte nella sua vita pubblica – lo stesso ghigno di Donald Trump. 

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