editoriali

Un'assenza nel discorso di Mattarella: la giustizia ingiusta

Redazione

I magistrati resistono a qualsiasi intervento. E la politica latita. Chi ne fa le spese sono il diritto, il giusto processo, la civiltà del nostro paese. Nel suo gran discorso di fine anno, il capo dello stato ha parlato di carceri, ma ricordi anche il resto

Un solo argomento mancava al gran discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, martedì al Quirinale: la giustizia ingiusta. Il tema può risultare ripetitivo, ma se lo è, lo è per ragioni tragiche: l’assenza di interventi radicali. La giustizia italiana affronta quattro problemi principali, come noto. Primo, le procure spesso avanzano accuse senza una riflessione approfondita, se si considerano i risultati processuali. E siamo generosi nell’esprimerci. Secondo, i tempi dei giudici sono troppo lunghi. Terzo, l’opinione pubblica e i media tendono a dare un’importanza e un valore eccessivi a ogni iniziativa giudiziaria, considerando l’accusa come un verdetto. Quarto, la leadership politica e il Parlamento si concentrano sugli effetti delle accuse piuttosto che sui giudizi definitivi. Secondo loro, nonostante i danni e le ingiustizie subite, è confortante sapere che la giustizia è stata comunque fatta, anche se con ritardo. Ma non è affatto così. Una giustizia in ritardo è una giustizia ingiusta, si dice nel mondo anglosassone.

Dal 1989 a oggi ci sono stati più di un centinaio di interventi di riforma. Dalla riforma del processo penale a quella  sul giusto processo. Dai giudici di pace alle riforme Castelli, Mastella e Nordio. E poi: scuola superiore della magistratura, riorganizzazione degli uffici, riforma della geografia giudiziaria, riforma fallimentare… E chi più ne ha più ne metta. Eppure niente di tutto questo ha risolto i guasti. Perché? Perché sono riforme che hanno interessato solo gli aspetti più superficiali del sistema, quelli organizzativi e gestionali. Gli aspetti fondamentali, che riguardano la struttura costituzionale, sono sempre stati esclusi dal dibattito, con alcune eccezioni significative: il principio del giusto processo, la riforma dell’immunità parlamentare. Intanto i magistrati resistono a qualsiasi intervento. E la politica latita. Chi ne fa le spese sono il diritto, il giusto processo, la civiltà del nostro paese. Il presidente Mattarella ha giustamente parlato delle carceri. Ma ricordi anche il resto della giustizia ingiusta.