Il piano per eliminare Nasrallah e quel che vuol dire per i suoi alleati
Hezbollah e l'Iran confermano la morte del leader. L'Idf ha deciso di colpire il capo di Hezbollah perché riteneva che ci fosse poco tempo prima che sparisse di nuovo. Il pieno sostegno dell'America a Israele. Un possibile nome per la successione: chi è Hashim Safi al Din
L'esercito israeliano ha detto sabato mattina che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è stato ucciso in un attacco dell'aviazione israeliana nel quartiere Dahiyeh, a Beirut, e nel pomeriggio è arrivata la conferma anche di Hezbollah e dell'Iran.
Secondo tre alti funzionari della difesa israeliani, che hanno parlato in forma anonima con i giornalisti del New York Times, i vertici dello stato ebraico erano a conoscenza della posizione di Hassan Nasrallah da mesi e hanno deciso di colpirlo adesso perché ritenevano di avere solo una breve finestra di tempo prima che scomparisse in un altro luogo. L'esercito ha detto che il nome dell'operazione era "Nuovo ordine".
Hezbollah ha confermato la morte del proprio leader dopo ore, nel tardo pomeriggio. La Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamanei, ha scritto su X che Nasrallah è stato "martirizzato" mentre "mentre era impegnato a elaborare piani per difendere la popolazione indifesa del quartiere Dahiya, come per dieci anni aveva fatto piani e strategie e aveva combattuto per i palestinesi oppressi e le loro città occupate". Khamenei ha anche chiesto a tutti i musulmani di ribellarsi contro Israele ma non ha parlato di rappresaglia o vendetta. Teheran ha annunciato cinque giorni di lutto.
Per la Repubblica islamica d'Iran, l'uccisione di Nasrallah – assieme a lui si è sbriciolata la catena di comando di Hezbollah e molti miliziani sono stati feriti dall'esplosione dei loro cercapersone dieci giorni fa – è un colpo senza precedenti, visto che da anni Teheran arma e rafforza l'alleato in Libano che fino a questo momento era il più importante e il più armato di tutti i gruppi terroristici che sponsorizza, nonché la minaccia più grande contro Israele. Dopo che Hezbollah ha confermato la morte di Nasrallah, i media iraniani hanno riferito che il generale Abbas Nilforoushan, vice comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, è morto “accanto a Nasrallah”.
Nel pomeriggio, le forze israeliane hanno colpito di nuovo la capitale libanese, con un altro obiettivo mirato, hanno detto. Israele ha anche intercettato un missile lanciato dagli houthi yemeniti diretto contro lo stato ebraico.
Il video dell'operazione nella quale è morto il capo di Hezbollah
Gli agenti di Hezbollah hanno trovato e identificato il corpo di Nasrallah sabato mattina, insieme a quello di Ali Karaki, il numero tre nella gerarchia dell'organizzazione sciita, che era a capo del comando sud e responsabile delle attività militari nel Libano meridionale. Per ucciderlo, secondo due dei funzionari sentiti dal New York Times, Israele ha sganciato più di 80 bombe per diversi minuti. Secondo due funzionari, l'operazione era stata pianificata all'inizio della settimana, quando i leader politici israeliani avevano parlato con le loro controparti americane della possibilità di un cessate il fuoco in Libano e prima ancora che il premier israeliano Benjamin Netanyahu lasciasse Tel Aviv per New York, dove avrebbe tenuto un discorso alle Nazioni Unite.
Il presidente americano, Joe Biden, ha detto in un comunicato che l'omicidio di Nasrallah è stata una "misura di giustizia per le molte vittime che ha fatto, inclusi americani, israeliani e libanesi". Il bombardamento che ha ucciso il leader di Hezbollah va collocato nel conflitto più ampio partito dal massacro di Hamas del 7 ottobre: "Il giorno seguente Nasrallah ha preso la decisione fatale di aiutare Hamas e di aprire quell che chiama 'il fronte nord' contro Israele". Biden ha concluso ribadendo il "pieno sostegno al diritto di Israele di difendersi contro Hezbollah, Hamas, gli houthi e gli altri gruppi terroristici sostenuti dall'Iran".
Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha espresso anche lui il suo "sostegno completo al diritto di Israele di difendersi e di difendere il suo popolo contro i gruppi terroristici sostenuti dall'Iran". Ha aggiunto che gli Stati Uniti sono "determinati a evitare che l'Iran e i suoi alleati e proxy sfruttino la situazione o espandano il conflitto", proteggeranno le loro forze e i loro mezzi nella regione e difenderanno Israele.
Nei giorni scorsi, in occasione della visita dello stesso Netanyahu a New York, c'erano stati dissidi tra gli Stati Uniti e Israele sul negoziato per evitare un allargamento del conflitto al Libano.
La successione (possibile) a Nasrallah
Tutti e tre i funzionari sentiti dal Nyt e anche una fonte della Reuters hanno detto che Hashim Safi al Din, cugino di Nasrallah, che è un personaggio chiave nel lavoro politico e sociale del movimento, era uno dei pochi leader anziani di Hezbollah rimasti ancora in vita a non essere presente sul luogo dell'attacco. E hanno aggiunto che Safi al Din, a lungo considerato un potenziale successore di Nasrallah, potrebbe essere annunciato a breve come nuovo capo di Hezbollah, cioè potrebbe guidare il Consiglio esecutivo,
Safi al Din, 59 anni, supervisiona gli affari politici di Hezbollah. Siede anche nel Consiglio della Jihad, che gestisce le operazioni militari del gruppo. Il Dipartimento di stato americano lo ha designato come terrorista nel 2017. A giugno ha minacciato una grande escalation contro Israele dopo l’uccisione di un altro comandante di Hezbollah.
Nel confermare la morte del capo, Hezbollah ha detto che la leadership del gruppo continuerà la sua battaglia contro Israele “a sostegno di Gaza e della Palestina, e in difesa del Libano e del suo popolo”. La dichiarazione non menziona chi succederà a Nasrallah, né come il gruppo risponderà alla sua uccisione. Tuttavia, Safi al Din è un esponente religioso, come lo era Nasrallah, e indossa il turbante nero a indicare la discendenza dal profeta Maometto. I suoi legami famigliari, la sua somiglianza fisica con Nasrallah e il suo status religioso, sarebbero tutti fattori a suo favore per la successione. Inoltre Hasim Safi al Din ha trascorso anni in Iran, per studiare a Qom, centro dell’istruzione religiosa sciita. I suoi stretti legami con Teheran si sono consolidati nel 2020, quando suo figlio Rida ha sposato Zainab Suleimani, figlia del generale Qassem Suleimani, comandante della Forza Quds iraniana ucciso in un attacco americano.
l'editoriale dell'elefantino