editoriali
Un tradimento da 51 dollari. Storia di Ksenia Karelina
La cittadina russo-americana ha donato una piccola somma di denaro a Kyiv e Mosca la tiene in carcere. Verrà giudicata da Andrei Mineev, lo stesso che ha condannato il giornalista americano Evan Gershkovich. La banca degli ostaggi di Putin continua a riempirsi
Ksenia Karelina è una cittadina con doppia nazionalità, russo-americana. È stata arrestata dalle autorità di Mosca, accusata di tradimento e ieri ha deciso di dichiararsi colpevole. Non ci sono prove, Karelina non ha tradito nessuno, ma poco importa. Ormai la donna sapeva che il suo gesto non sarebbe rimasto impunito dentro a un tribunale russo, nonostante non abbia nulla di criminale. Dopo che la Russia ha iniziato a invadere l’Ucraina, bombardando tutte le sue città, Karelina aveva fatto una piccola donazione a un’associazione con sede a New York chiamata Razom. È un’associazione umanitaria e le donazioni servono per soccorrere i civili ucraini e sostenere i rifugiati, ha scopi prettamente umanitari e le autorità russe non potrebbero neppure accusarla di aver aiutato le Forze armate dell’Ucraina. Eppure cinquantuno dollari – tanto era l’ammontare della donazione di Karelina – sono bastati perché la donna finisse nella lista nera delle autorità russe, venisse arrestata e accusata formalmente di tradimento.
Karelina verrà giudicata presso la Corte di Sverdlovsk e il giudice sarà Andrei Mineev, lo stesso che ha condannato il giornalista americano Evan Gershkovich a sedici anni per spionaggio. Gershkovich è stato liberato la scorsa settimana durante uno scambio di prigionieri storico, il suo arresto e la sua condanna erano stati cuciti ad arte proprio per alzare il prezzo e riavere indietro spie vere, sicari, hacker al servizio di Mosca detenuti nelle prigioni occidentali. La lista dei criminali che il Cremlino rivorrebbe indietro non è finita, quindi non è finita neppure la lista di oppositori e degli stranieri che tiene nelle sue prigioni. La banca degli ostaggi di Vladimir Putin continuerà a riempirsi, bastano cinquantuno dollari per finirci dentro.
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