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Le indagini e le reazioni

Cosa è successo nel campo per sfollati vicino a Rafah durante l'attacco israeliano

Micol Flammini

Il bombardamento ha causato un incendio e secondo le autorità di Gaza sono morte più di trentacinque persone. "E' un incidente grave", ha detto l'esercito di Isarele. L'obiettivo era una base di Hamas, sono stati uccisi due alti funzionari del gruppo che coordinavano le operazioni dalla Cisgiordania

Tel Aviv, dalla nostra inviata. Secondo l’esercito israeliano, Rafah è l’ultima grande roccaforte di Hamas e secondo diversi analisti militari israeliani lanciare ora una campagna militare contro la città del sud della Striscia è tardivo: l’offensiva di Tsahal contro Hamas dopo gli attacchi del 7 ottobre sarebbe dovuta iniziare simultaneamente contro varie zone, sicuramente da Rafah.

Le capacità di Hamas nella Striscia sono ancora una minaccia e da Rafah è partito l’attacco di domenica con otto razzi lanciati contro il centro di Israele. Alcuni sono stati intercettati, alcuni sono arrivati fino a Tel Aviv. L’esercito ha risposto distruggendo la postazione da cui era partito l’attacco e ampliando la campagna nel sud della Striscia con le autorità sanitarie di Gaza  - che rispondono a Hamas -  che hanno riferito della morte di trentacinque persone e di molti feriti in un campo per sfollati.

L’esercito israeliano ha detto di aver colpito una base di Hamas nella zona di Tel Sultan, che si trova a nord ovest di Rafah. L’obiettivo era una riunione di alti funzionari di Hamas e sono stati uccisi Yassin Rabbia, comandante del quartier generale di Hamas in Cisgiordania, che secondo l’esercito “gestiva tutti gli schieramenti militari del quartier generale della Cisgiordania, era coinvolto nel trasferimento di fondi per scopi terroristici e dirigeva attacchi da parte di agenti di Hamas”, e Khaled Najjar, coinvolto nella direzione di attentati e altre attività terroristiche in Cisgiordania.

L’esercito israeliano ha detto inoltre di aver condotto l’attacco con munizioni di precisione e di star investigando per capire come è stato provocato l'incendio nel campo che ospitava civili sfollati. La procuratrice militare Yifat Tomer Yerushalmi ha definito l'attacco molto grave: "I dettagli dell'incidente sono ancora oggetto di un'indagine, che ci impegniamo a condurre nella massima misura possibile". I funzionari di Hamas hanno risposto all’attacco con una nota: “Alla luce dell’orribile massacro sionista commesso questa sera dall’esercito criminale di occupazione contro le tende degli sfollati… invitiamo le masse del nostro popolo in Cisgiordania, a Gerusalemme, nei territori occupati e all’estero a sollevarsi e marciare con rabbia contro il massacro sionista in corso contro la nostra gente nel settore”. Il presidente dell’Autorità palestinese ha parlato di “attacco atroce”. Gli Stati Uniti hanno detto di star raccogliendo informazioni.

Dopo aver lanciato otto razzi contro Israele, Hamas ha subito rivendicato la responsabilità, vuole far vedere di essere ancora operativo in varie aree della Striscia. Non soltanto al sud, ma anche a nord, a Jabaliya, dove continuano le battaglie tra miliziani ed esercito, durante le quali ieri sono stati uccisi due soldati. Finora sono morti 288 soldati israeliani. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)