L'arma delle sanzioni
Tajani dice che il G7 è stato un successo, ma ha vinto la cautela sull'Iran
America e Regno Unito duri contro Teheran, ma l’anello debole al vertice è l’Europa. Il problema sono le sanzioni: "Ogni paese decide con regole diverse”, ha detto il ministro degli Esteri
Durante la conferenza stampa finale della riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, il presidente di turno, Antonio Tajani, oggi ha detto che se l’attacco di Israele contro l’Iran – in risposta ai missili e droni lanciati sabato scorso da Teheran contro lo stato ebraico – è stato contenuto, è stato anche per il frutto del lavoro politico del G7 che “serve a far migliorare il clima: voglio essere ottimista. L’obiettivo politico del G7 è la de-escalation”. Del resto la riunione della diplomazia dei grandi della Terra si è conclusa in modo piuttosto anomalo, con diversi cambi di programma e il segretario di stato americano, Antony Blinken, per tutta la notte di ieri impegnato con gli sviluppi della crisi e la risposta israeliana su Isfahan. Alla fine ci sono stati tre diversi comunicati finali. Uno dedicato alla situazione in medio oriente, uno al sostegno all’Ucraina, e l’ultimo sulle “sfide globali”.
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- Giulia Pompili
È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.