L'accordo
Tajani s'impegna con Blinken a combattere la disinformazione di Mosca e Pechino
Al G7 di Capri la firma di un memorandum of understanding promosso da Blinken con i partner più deboli sul tema: l'Italia è il ventre molle della propaganda russo-cinese
Stasera, a margine del G7 di Capri il ministero degli Esteri italiano firmerà con il Dipartimento di stato americano un memorandum of understanding “per il contrasto alla disinformazione e alla manipolazione informativa straniera”. Il testo dell’accordo, che il Foglio ha potuto visionare in anteprima, sottolinea la necessità di trovare risposte comuni alla “minaccia della manipolazione delle informazioni da parte di stati esteri”. Sin dallo scorso anno l’Amministrazione Biden sta promuovendo questo genere di accordi a diversi partner non solo europei (avrebbero già firmato un testo pressoché identico Corea del sud, Lettonia, Finlandia, Bulgaria, Macedonia).
Ma la firma di stasera ha un significato particolare, per via del fatto che nei corridoi di Washington l’Italia è considerata uno dei paesi europei più indietro nel contrasto alle fake news e alla manipolazione delle notizie, e spesso ventre molle della propaganda da parte di Russia e Cina in Europa.
Il sistema di diffusione della disinformazione di Mosca e Pechino è ormai considerata parte integrante della guerra ibrida contro l’occidente – ieri il Washington Post ha rivelato l’esistenza di un documento riservato del ministero degli Esteri russo che parla proprio di una “campagna informativa offensiva” per indebolire l’occidente. Nonostante questo, in Italia resta spesso difficile distinguere lobbisti, politici e giornalisti, regolarmente invitati nel talk-show televisivi, e sono ancora tantissimi i dipartimenti universitari e i centri di ricerca dipendenti dai fondi di Pechino, oltre alle agenzie di stampa e i media che hanno accordi direttamente con le agenzie di stato dei paesi più attivi nella disinformazione. Dopo l’inizio della guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina, la Francia ha creato l’agenzia Viginum, e la Germania ha attivato una task force interministeriale contro la guerra ibrida. E l’Italia? Soltanto quindici giorni fa il senatore di Italia Viva Enrico Borghi, membro del Copasir, ha proposto un disegno di legge per la creazione di una nuova agenzia per la sicurezza cognitiva e il contrasto della disinformazione.
L’accordo sarà firmato stasera dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal segretario di stato Antony Blinken durante un bilaterlale. Ovviamente sottolinea la necessità di attuare le misure nel rispetto della libertà d’espressione, ma impegna le due parti anche a stabilire un meccanismo di consultazione bilaterale sul contrasto alla disinformazione. E offre delle linee guida per gestire il problema, a partire dalla creazione di un “responsabile nazionale” che coordini gli sforzi di contrasto alla disinformazione e alla manipolazione delle notizie. Le parti dovranno poi "investire in tecnologie emergenti e in strumenti di sicurezza digitale basati sull'intelligenza artificiale che supportino l'individuazione di manipolazioni delle informazioni da parte di stati esteri" e anche promuovere "le iniziative della società civile volte a potenziare l'alfabetizzazione digitale e dei media, nonché la consapevolezza pubblica della minaccia della manipolazione delle informazioni da parte di Stati esteri".
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