Le altre primarie

Cosa ci dice della California e della lotta al crimine la vittoria del procuratore Gascón

Giulio Silvano

Gascón si è trovato contro molti sfidanti del suo stesso ufficio che lo criticavano perché era stato nel suo mandato troppo "morbido". Il gran dibattito sui reati minori, una costante in tutta l'America e il messaggio di questo stato ai progressisti

Il Super Tuesday non sono solo le primarie presidenziali, così come a novembre non si vota solo per la Casa Bianca. Ogni ciclo elettorale rinnova Congresso e parlamenti locali. In mezza America martedì sono stati selezionati i nomi che si scontreranno in autunno per ruoli con meno visibilità, ma estremamente importanti per il funzionamento del paese. Tra le corse più interessanti c’è stata quella del district attorney della contea di Los Angeles: parliamo dell’ufficio della procura più grande degli Stati Uniti, quasi dieci milioni di persone, più di tutto il Portogallo. Responsabile della legge federale a livello locale al momento è George Gascón, che nei mesi scorsi si è trovato contro decine di sfidanti – cosa rara, quando c’è un incumbent. Ancora più strano è che cinque dei candidati che l’hanno sfidato lavorano nel suo ufficio, sono procuratori che operano direttamente sotto di lui. Si aggiungono poi una manciata di giudici locali, procuratori federali, avvocati vari. Una scheda elettorale affollatissima, unita nel definire Gascón inadatto al suo ruolo.

Settant’anni, ex poliziotto, ex repubblicano, Gascón è nato nella Havana pre castrista, e con la rivoluzione i suoi genitori l’hanno portato in America. Racconta ancora della fatica che ha fatto per imparare l’inglese da ragazzino, poi per tutta la vita ha fatto il poliziotto. Quando Kamala Harris è diventata senatrice e ha lasciato libero il posto di district attorney di San Francisco, l’allora sindaco della città e ora governatore Gavin Newsom lo scelse per rimpiazzarla. Era stato il capo della polizia a Los Angeles e a San Francisco e aveva fatto scalpore quando scelse di usare retroattivamente le nuove leggi sul possesso e consumo di marijuana. Centinaia di persone si ritrovarono alleggerite dalla pena. In generale nella sua posizione si impegnò per trasformare molti crimini in reati minori ed è sempre stato contrario alla pena di morte.

La sua candidatura a district attorney nel 2019 fu appoggiata da Harris ma anche dalla sinistra del Partito democratico, Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, e ricevette fondi da George Soros e da Reed Hastings, il cofondatore di Netflix. La sua predecessora, Jackie Lacey, afroamericana, era stata criticata per esser stata troppo dura, anche nella fase di Black Lives Matter, ma lui invece prometteva una riforma della giustizia liberale, un atteggiamento più progressista. Basta pugni di ferro. Non è vero, diceva Gascón, che aumentare le punizioni aiuta la sicurezza pubblica. Ed è quello che ha fatto in questi quattro anni. “Lo status quo non ci ha resi più sicuri”, aveva detto alla sua inaugurazione. Nei suoi discorsi ai suoi sottoposti il sottotesto era: troppo a lungo, invece di proteggere la gente, le avete fatto del male. Con la repressione, con la violenza, con pene eccessive. E questi discorsi sono uno dei motivi per cui Gascón ha avuto così tanti critici, e così tanti colleghi che hanno provato a sfidarlo martedì.

Negli ultimi due anni per qualche motivo – alcuni dicono centri la pandemia – c’è stato un leggero aumento di omicidi in tutta l’America. E l’ondata di procuratori progressisti ha subìto grandi attacchi, come se la loro morbidezza fosse legata all’aumento del crimine. Gascón non è l’unico di quest’ondata di procuratori morbidi. Ci sono alcuni, come Rachael Collins a Boston che ha ricevuto critiche dalla polizia per aver poco rispetto per la legge, o Mark Dupree a Kansas City che ha provato a investigare su persone incarcerate erroneamente, o Eric Gonzalez a Brooklyn che prova a liberare la gente per possesso di marijuana. Ma da molti, soprattutto da figure interne alla procura, vengono visti come incapaci di gestire il crimine. Un giudice nel ’21 aveva detto a Gascón che non poteva obbligare i suoi sottoposti a chiedere sentenze più brevi agli imputati, soprattutto se recidivi. Nonostante le molte critiche e le decine di oppositori, martedì Gascón è arrivato primo, seppur per non molti voti, confermandosi in corsa per le primarie. Evidentemente in California non c’è nostalgia per l’approccio law & order dei vecchi procuratori.

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