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Dal Washington Post

Il filo che lega Putin a Le Pen

Catherine Belton

Il Cremlino cerca di sovvertire il sostegno francese nei confronti dell’Ucraina con strategie di comunicazione, sondaggi politici e fabbriche di troll. Ecco le interferenze e i legami con il Rassemblement National

Dall’ultimo piano della casa che condivide con un diplomatico russo di alto livello – al quale affitta l’appartamento sottostante – l’uomo che ha contribuito a finanziare la candidatura alle presidenziali francesi di Marine Le Pen ha lavorato al progetto per portare all’Eliseo i politici filorussi. “Dobbiamo cambiare tutti i governi... Tutti i governi in Europa occidentale cambieranno”, ha detto in un’intervista Jean-Luc Schaffhauser, ex membro del Parlamento europeo per il partito di Le Pen. “Dobbiamo prendere il controllo. Prendere la leadership”. Per Schaffhauser, queste ambizioni fanno parte di uno sforzo decennale per forgiare un’alleanza tra la Russia e l’Europa, le cui prospettive, per quanto lontane, si sono infrante con l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022. Ma ora, mentre la controffensiva di Kyiv – e i finanziamenti occidentali – vacillano e i governi europei combattono l’aumento del costo della vita, il crollo dell’indice di gradimento e l’ascesa dei populisti di estrema destra, Schaffhauser e i suoi collaboratori russi vedono nuove opportunità. 

Secondo documenti del Cremlino e  interviste con funzionari della sicurezza europea e figure politiche di estrema destra, la Russia ha intensificato i suoi sforzi per minare il sostegno francese a Kyiv attraverso un fronte di propaganda nascosto in Europa occidentale che fa parte della guerra contro l’Ucraina. Le manovre e i legami del Cremlino con una serie di partiti di estrema destra in tutta Europa, compresa la Francia, preoccupano alcuni funzionari europei in vista delle elezioni del Parlamento europeo di giugno. Josep Borrell, capo della politica estera dell’Unione europea, ha avvertito in una conferenza stampa che quelle elezioni potrebbero essere “pericolose quanto quelle americane”, guidate dalla “paura” in risposta alla crescente disuguaglianza e alle minacce alla sicurezza. “L’Europa è in pericolo”, ha detto.

I documenti del Cremlino, ottenuti da un servizio di sicurezza europeo ed esaminati dal Washington Post, mostrano che Sergei Kiriyenko, il primo vice capo di gabinetto dell’Amministrazione del presidente Vladimir Putin, ha incaricato gli strateghi politici del Cremlino di promuovere la discordia politica in Francia attraverso i social media e le figure politiche, gli opinionisti e gli attivisti francesi. L’obiettivo di Mosca è minare il sostegno all’Ucraina e indebolire la determinazione della Nato. Lo sforzo è parallelo a un’interferenza simile in Germania, dove il Cremlino ha tentato di unire l’estrema destra e l’estrema sinistra in un’alleanza contro la guerra. I punti di discussione che gli strateghi del Cremlino avrebbero dovuto amplificare includevano il fatto che le sanzioni occidentali contro la Russia hanno danneggiato l’economia francese attraverso un calo del commercio, lasciando il paese a rischio di cadere nella “più profonda crisi sociale ed economica degli ultimi anni”, nonché l’affermazione che la fornitura di armi all’Ucraina ha lasciato la Francia senza armi per difendersi. Diverse presentazioni settimanali  ai funzionari del Cremlino nel 2022 mostrano che Mosca pensava che la Francia fosse vulnerabile alle turbolenze politiche. Citando i sondaggi d’opinione, gli strateghi hanno notato che il 30 per cento dei francesi ha una visione positiva della Russia, la seconda più alta tra i paesi dell’Europa occidentale dopo l’Italia, mentre il 40 per cento è propenso a non credere alle notizie sull’Ucraina diffuse dai media francesi.

Successivamente, nel 2023, il gruppo del Cremlino di Kiriyenko ordinò agli strateghi di promuovere messaggi per aumentare il numero di francesi riluttanti a “pagare per la guerra di un altro paese”, come risulta da uno dei documenti. E’ stato anche chiesto loro di aumentare “il timore di un confronto diretto con la Russia e dell’inizio della Terza guerra mondiale con la partecipazione dell’Europa” e di incrementare il numero di coloro che vogliono “un dialogo con la Russia sulla costruzione di un’architettura di sicurezza comune europea”. Secondo i documenti, gli Stati Uniti avrebbero usato l’Ucraina come strumento per indebolire la posizione della Russia in Europa. I documenti mostrano anche che le fabbriche di troll create dagli strateghi politici del Cremlino hanno prodotto e pubblicato contenuti e articoli sui social media critici nei confronti del sostegno occidentale al governo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Una nota scritta da uno degli strateghi nel giugno del 2023 ordinava a un impiegato di una fabbrica di troll di creare un “commento di 200 caratteri da parte di un francese di mezza età” che considera il sostegno dell’Europa all’Ucraina “una stupida avventura”. Il personaggio francese immaginario avrebbe dovuto anche sostenere che il sostegno all’Ucraina si sta trasformando in “inflazione ... e un calo del tenore di vita”.  

 Il messaggio del Cremlino ha avuto finora una risonanza limitata in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron è stato in prima linea negli sforzi europei per sostenere l’Ucraina, e la maggioranza della popolazione lo ha appoggiato. Tuttavia, secondo Thomas Gomart, direttore dell’Istituto francese per le relazioni internazionali, la visibilità degli account filorussi sui social media sta aumentando e gli indici di gradimento dei partiti francesi di estrema destra sono in crescita. La retorica degli alleati della Russia, come Schaffhauser – che ha legami con l’estrema destra del paese – sui costi della guerra in Ucraina si combina sempre più spesso con l’idea che si tratti di un’avventura americana e che la Francia debba affermarsi come grande potenza e ripristinare le relazioni con la Russia. Per una parte dell’establishment francese, la visione della Francia alla guida di una grande Europa insieme a Mosca è “un sogno che non svanirà mai”, ha dichiarato Sylvie Kauffmann, direttrice editoriale del Monde e autrice del recente libro “Les Aveuglés”, “Gli accecati”, su come Francia e Germania abbiano frainteso Putin cercando di costruire stretti legami con lui. “In questo sogno noi siamo una grande potenza e la Russia è una grande potenza e siamo due grandi potenze nucleari che si trattano alla pari”, ha detto.

Mosca cerca di alimentare le tensioni

Alla fine di giugno, dopo i disordini a Parigi per l’uccisione da parte della polizia di un adolescente di origine marocchina e algerina, una rete di account filorussi sui social media è diventata molto attiva. Una piccola frazione di profili – l’1,2 per cento – ha prodotto il 30,6 per cento di tutti i commenti dei media digitali sulle rivolte. Tra gli account più prolifici, il 24,2 per cento ha inserito messaggi filorussi nei commenti. La maggior parte degli account era allineata con politici francesi di estrema destra come Éric Zemmour o Le Pen. Cresce anche la preoccupazione che il Cremlino possa cercare di esacerbare le crescenti tensioni sul conflitto tra Israele e Gaza, ha dichiarato un alto funzionario della sicurezza europea, aggiungendo che la Russia è disposta a sfruttare un’ampia gamma di questioni politiche.

Negare il sostegno all’Ucraina

Dopo un’inchiesta pubblicata quest’anno sulle interferenze straniere nel processo politico francese, il Parlamento francese si è concentrato sul Cremlino, dichiarando nel suo rapporto finale: “La Russia sta conducendo una campagna di disinformazione a lungo termine nel nostro paese” che mira a “difendere e promuovere gli interessi russi e a polarizzare la nostra società democratica”. Il rapporto ha anche evidenziato il ruolo del Rassemblement National di Le Pen, scoprendo che il partito “mantiene molti legami privilegiati con il Cremlino” e ha effettivamente agito come “canale di comunicazione” per le sue opinioni. Al momento della pubblicazione,  Le Pen ha dichiarato ai giornalisti che l’inchiesta non aveva trovato “uno straccio di prova che dimostrasse l’influenza russa sul Rassemblement National”, sostenendo come il giudizio fosse stato espresso sulle sue opinioni politiche e “non su alcuna forma di interferenza”.

L’inchiesta ha sollevato dubbi sul fatto che il Rassemblement National, precedentemente chiamato Front National, abbia ricevuto “sostegno materiale” dalla Russia in cambio dell’appoggio alle sue posizioni, anche attraverso due prestiti organizzati da Schaffhauser per finanziare il partito e la campagna presidenziale di Le Pen del 2017. Il primo prestito, per 9,4 milioni di euro nel 2014, proveniva direttamente da una banca russa, mentre il secondo, per 8 milioni di euro nel 2017, aveva un’origine più “misteriosa” attraverso una banca di Abu Dhabi. Percependo  un cambiamento nel vento politico dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Le Pen è diventata più silenziosa nel sostenere legami più stretti con Mosca. Infangata dal prestito del 2014 dalla Russia – che è stato restituito in anticipo, ha dichiarato il Rassemblement National  a settembre – ha limitato i suoi commenti soprattutto all’impatto negativo delle sanzioni sull’economia francese. Ma il Rassemblement National ha negato il suo sostegno all’Ucraina in diverse votazioni chiave del Parlamento francese, astenendosi o votando contro le misure, e negli ultimi mesi le voci all’interno del partito e in altre parti dell’estrema destra si sono fatte più forti sulla questione dell’Ucraina e del ripristino delle relazioni con Mosca. 

Il sostegno al cessate il fuoco in Ucraina

Una delle voci più importanti del partito sulla Russia è Thierry Mariani, un membro del Parlamento europeo che è stato individuato nell’inchiesta per la sua “grande vicinanza ideologica e politica” alle autorità russe. Il rapporto sottolinea in particolare la sua leadership dell’Associazione per il dialogo franco-russo, un think tank parigino fondato dal governo russo che, secondo l’inchiesta, è stato a lungo un centro di promozione delle opinioni del Cremlino. Il rapporto mette in discussione anche le frequenti visite di Mariani in Russia e il suo ruolo di osservatore elettorale che ha approvato le votazioni illegali tenute dai separatisti sostenuti da Mosca nel 2018 nella regione orientale del Donbas in Ucraina. Il rapporto rileva anche come abbia guidato delegazioni del Tassemblement National  in Crimea, la penisola ucraina annessa illegalmente dalla Russia nel 2014. In relazione a queste visite, ma senza fare nomi, Nicolas Lerner, allora capo dell’agenzia di intelligence interna francese, ha dichiarato: “Alcuni funzionari eletti hanno chiaramente mantenuto relazioni clandestine con i servizi segreti russi”.

Negli ultimi mesi, Mariani si è sempre più scagliato contro il sostegno occidentale all’Ucraina, affermando in ottobre al Parlamento europeo che le sanzioni contro la Russia avessero solo creato ulteriori nemici per l’Ue. In seguito, a dicembre, ha rilasciato un’intervista all’agenzia di stampa statale russa Tass, definendo le politiche di Zelensky “terrorismo di stato” e accusando il presidente ucraino di comportarsi “come un mafioso, pronto a eliminare coloro che considera una minaccia al suo potere”. Poi, in un post su X, ha scritto: “L’Europa pagherà per anni per ricostruire l’Ucraina, mentre gli Stati Uniti guadagneranno sulla guerra per far ripartire la loro economia”. In un’intervista al Washington Post Mariani ha cercato di minimizzare i suoi legami con la Russia, affermando di aver semplicemente scoperto un’affinità con la Russia nel 1976, quando aveva 17 anni e la sua scuola militare lo aveva mandato lì per studiare la lingua. Ma ha insistito sul fatto che le sanzioni contro la Russia stiano conducendo l’Europa a una “catastrofe economica” e che le cose sarebbero peggiorate se Mosca avesse stretto il suo controllo sui prezzi globali delle materie prime con l’espansione dei Brics  e con l’aggiunta di Arabia Saudita e Iran all’inizio del 2024.

La promozione di una lista di nuovi leader di estrema destra

Per Schaffhauser – che ha affrontato un controllo speciale nell’inchiesta parlamentare per il suo ruolo nel facilitare i due prestiti alla Le Pen – un obiettivo primario è aiutare Mosca a ricostruire i suoi legami con l’Europa. Sostenendo che la Cina rappresenta una minaccia esistenziale, ha dichiarato che sta proponendo di lanciare una fondazione con l’appoggio di Mosca che sosterrebbe un cessate il fuoco in Ucraina, con il Cremlino che manterrebbe la sua presa sulle regioni orientali del paese in cambio di un nuovo avvicinamento all’occidente e dell’uscita dalla sua crescente alleanza con la Cina. Ha anche detto che promuoverà una nuova lista di leader di estrema destra dell’Europa occidentale pronti a fare affari con Mosca, in vista delle elezioni parlamentari dell’Unione europea quest’anno. Un alto ufficiale dell’intelligence militare russa, con cui Schaffhauser ha detto di essere in contatto fin dagli anni Novanta, gli ha organizzato un viaggio a Mosca a gennaio per discutere questi piani. Ha aggiunto che dovrebbe incontrare  Sergei Naryshkin,  che ha conosciuto per la prima volta quando era presidente della Duma di stato, la camera bassa del Parlamento russo. Ora è il capo dell’intelligence estera del paese.


Schaffhauser ha negato di aver agito per conto della Russia, affermando di aver agito invece nell’interesse della Francia. Ma riceve regolarmente finanziamenti e sostegno dal diplomatico numero due dell’ambasciata russa di Parigi, Ilya Subbotin, che gli paga ogni mese l’affitto di un piano della sua residenza di Strasburgo. Schaffhauser ha detto che si tratta di un accordo commerciale, con lo spazio affittato tramite un’agenzia a Subbotin, che è stato il principale inviato della Russia presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo fino a quando la sua missione è stata chiusa a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Subbotin si è rifiutato di commentare. L’inchiesta parlamentare francese ha rilevato “il fitto tessuto relazionale” che Schaffhauser – membro del Parlamento europeo per il partito di Le Pen dal 2014 al 2019 – ha costruito in anni di rapporti tra Russia e Francia.

A un certo punto, durante l’estate, poco dopo che i disordini di giugno avevano scosso il governo di Macron, Schaffhauser ha detto di essere stato persino in trattativa con diversi ex alti ufficiali dell’intelligence militare francese su come portare al potere una rete di ex generali  in caso di crisi e collasso politico in Francia. “Dobbiamo proporre il miglior governo per la Francia, un governo ombra… persone che siano veramente dei patrioti”, ha detto Schaffhauser.  L’inchiesta parlamentare ha messo in guardia sulla propensione degli ex funzionari francesi, “in particolare degli ufficiali in pensione”, a fare eco alle posizioni di Mosca e a “sviluppare discorsi che utilizzano il linguaggio del Cremlino”. Per Schaffhauser, la recente rottura del Congresso degli Stati Uniti sui finanziamenti all’Ucraina significa che “è un buon momento per trovare una soluzione” – per un cessate il fuoco e un riavvicinamento con Mosca. Con l’aumento delle tensioni in occidente per il conflitto tra Israele e Gaza, ha avvertito, la fiducia del Cremlino sta crescendo. “Ora è facile” per la Russia fomentare disordini, ha detto Schaffhauser. Mosca non ha “un grande lavoro da fare. Sono preparati”.

Ha collaborato Souad Mekhennet
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