Aiuti e aerei all'aeroporto di Al Arish, 01 dicembre 2023. ANSA/DOMITILLA CONTE

il caso

Perché la nave Vulcano si è fermata in Egitto. La rotta umanitaria per Gaza

Giulia Pompili

Così al Arish è diventato l'hub internazionale degli aiuti per Gaza e per lo smistamento dei pazienti sulle due navi, quella italiana e quella francese. La Difesa italiana manda la squadra di ricognizione per l’ospedale da campo a Gaza, ma il sud della Striscia ora è nel caos

Neanche un mese fa il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva annunciato in conferenza stampa la partenza della nave della Marina militare Vulcano, predisposta per essere un “pronto soccorso galleggiante”, e diretta a Cipro per poi essere operativa nelle acque antistanti la Striscia di Gaza. Domenica scorsa, però, il Vulcano ha attraccato nel porto di al Arish, in Egitto, a una quarantina di chilometri a ovest dal valico di Rafah. Secondo fonti della Difesa, il cambio di rotta della nave sarebbe stato dovuto a una misura di sicurezza e di cautela politica: il timore è che una delle due parti del conflitto possa sfruttare la presenza della nave militare italiana per aumentare la tensione. E così i marinai del Vulcano hanno cambiato rotta verso il porto di al Arish. 

 


L’area di al Arish già da qualche giorno sta diventando la base logistica degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese – porto e aeroporto internazionale sono a un quarto d’ora di distanza in auto. Nella città del Sinai del nord sono già arrivati numerosi container di aiuti da altrettanti paesi, dalla Turchia e dall’Unione europea, e ieri è atterrata anche Samantha Power, amministratrice dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo internazionale, che ha accompagnato la consegna di nuovi aiuti per la popolazione palestinese, tra cui medicine, abbigliamento invernale e cibo d’emergenza, e ha annunciato 21 milioni di dollari di nuovi aiuti. Oltre alla nave-pronto soccorso Vulcano, nel porto di al Arish è operativa da venerdì scorso anche la portaelicotteri della Marina francese Dixmude, equipaggiata con attrezzature e personale medico. Anche il Dixmude in precedenza avrebbe dovuto far rotta verso  le acque antistanti Gaza. 

 

 L'arrivo della nave vulcano ad Al Arish, in Egitto, 04 dicembre 2023. ANSA/ DOMITILLA CONTE  

 


Fino a qualche giorno fa il sud della Striscia era considerato il luogo più sicuro per far passare i convogli umanitari e far uscire i feriti o i pazienti più fragili dagli ospedali di Gaza e ricollocarli in strutture sicure. Fino a ieri la logistica ha funzionato: a passare attraverso il valico di Rafah ed evacuare i feriti è la Mezzaluna Rossa egiziana, che è parte della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa – e forse non è un caso se il presidente della Federazione sia ancora il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, molto vicino al governo Meloni. La Mezzaluna ha portato al Vulcano una bambina palestinese poche ore dopo l’arrivo al porto di al Arish. A bordo ci sono venti medici del Policlinico militare di Roma Celio, stanno arrivando alcuni operatori della Fondazione Francesca Rava, che si occupa soprattutto di cure per l’infanzia, e  ci sono sei medici del Qatar. 

 


La nuova operazione militare israeliana che si sta concentrando, sin dall’altro ieri, nel sud della Striscia sta rallentando le operazioni dal valico di Rafah, ma la Difesa italiana, in coordinamento con diversi negoziatori internazionali, avrebbe già mandato in ricognizione una squadra per individuare il luogo in cui posizionare, attorno alla città del sud di Khan Yunis, un ospedale da campo militare. La struttura potrebbe essere caricata su una nave civile già entro la prossima settimana, e potrebbe essere operativa nel giro di quindici giorni – ammesso che Israele e autorità palestinesi tornino ad accordarsi per una tregua. L’idea, non solo italiana, è quella di costruire una “safe area” nel sud della Striscia di Gaza, ma l’attivismo del governo Meloni che accelera (e comunica molto) sulla questione degli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese ha a che fare anche con lo show di leadership in vista della presidenza del G7 del prossimo anno e, soprattutto, in relazione al famoso “piano Mattei”. 

 

 L'arrivo della nave vulcano ad Al Arish, in Egitto, 04 dicembre 2023. ANSA/ DOMITILLA CONTE

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.