Università e ong

Orbán vuole sostituire Soros in Europa

Paola Peduzzi

L'Open Society sorosiana dismette i suoi investimenti a Bruxelles, come annunciato, e si concentra sull'est tra gli aspiranti europei: "Ti paga Soros" ora avrà sempre meno senso. Il premier ungherese utilizza la "sua" università, il Mathias Corvinus Collegium, per allargarsi fuori dal suo paese, a Bruxelles, Vienna e poi anche Londra

L’Open Society Foundation (Osf) di George Soros ha cambiato strategia e, come ha annunciato l’erede del filantropo ungherese Alexander all’inizio dell’estate, non investirà più nelle ong e nelle fondazioni a Bruxelles, lavorando più sull’Ucraina, la Moldavia e i Balcani: gli aspiranti europei. “Ci concentreremo sulle sfide più urgenti”, ha detto Soros jr, per garantire più fondi “dove ce n’è il bisogno”. Non c’è ostilità nella decisione dell’Osf, ma le ong di Bruxelles si disperano, perché sono quarant’anni che gli investimenti di Soros nella società civile fanno la differenza in Europa e perché non c’è donatore più generoso nella difesa dei diritti umani: 200 milioni di dollari ogni anno, una forza di democratizzazione potente e dai mezzi incomparabili rispetto agli altri.

Proprio questa presenza capillare e necessaria ha creato le teorie del complotto su Soros e sui suoi piani per sfaldare i cosiddetti valori tradizionali europei e per operare – questa è la versione più estrema, ma persistente – una sostituzione etnica in Europa aiutando l’ingresso e l’integrazione dei migranti. Secondo la propaganda anti europea (che spesso coincide con quella pro russa), Soros è il banchiere ebreo che sovverte la tradizione europea, sfascia il valore della famiglia e i princìpi cristiani – è il liberal estremo con un libro paga esteso: “ti paga Soros”, quante volte lo avete sentito?

D’ora in avanti questa eventualità – che non è affatto pericolosa – sarà sempre più ridotta, perché Soros sposta il suo baricentro d’aiuto e sostegno verso est, dove ci sono i paesi che aspirano a entrare nell’Unione europea e che  hanno bisogno di costruire o ricostruire il proprio stato di diritto. E mentre l’assenza di Soros a Bruxelles contribuisce a creare una nuova geografia per le ong, avanza il progetto culturale antisorosiano del suo eterno rivale: il premier ungherese Viktor Orbán. Il governo di Budapest è il centro da cui si è diramata con più insistenza la propaganda contro il liberalismo della Open Society – ancora una volta: Budapest mina l’unità europea a difesa dell’Ucraina appena ne ha l’occasione, che sia sui temi energetici, sulle armi o sui finanziamenti – ed è proprio la capitale ungherese che l’università di Soros ha dovuto lasciare come sua sede storica per volere del partito di governo, Fidesz. Pur non avendo strumenti e disponibilità paragonabili, Orbán ha avviato un progetto per allargare la sua influenza in Europa e sostituire il sorosismo che passa attraverso il Mathias Corvinus Collegium, “l’università di Fidesz”, come viene chiamata, un istituto privato che  solo nel 2020 ha preso un miliardo e mezzo di euro dallo stato ungherese. Sul Guardian, Bence X Szechenyi, uno studente della scuola di giornalismo della Columbia University, ha raccontato la sua esperienza al Collegium orbaniano spiegando prima di tutto la grande attrattività dell’istituto che offre borse di studio, dormitori, viaggi all’estero, cene e feste. “Per gli ungheresi, in particolare per gli ungheresi che vivono fuori Budapest, la mobilità sociale può essere difficile – scrive Bence X. Szechenyi – e il Mathias Corvinus Collegium ha il potere di strapparti dall’oscurità e di metterti in un gioco internazionale. Questo è ciò che ha offerto anche a me: la possibilità di iniziare una carriera nel giornalismo e i mezzi per vivere in un  appartamento confortevole a Budapest. In cambio l’istituzione si aspetta  un allineamento alle sue politiche di destra”. Szechenyi racconta come funziona questo “scambio” e il caso di tre suoi compagni che hanno pubblicato articoli considerati accademici e in lingua inglese sul perché le sanzioni alla Russia sono un guaio per l’Ungheria e l’Europa, sulla necessità di non accogliere nessun migrante e altri temi cari al governo ungherese.
Il Mathias Corvinus Collegium si sta allargando sul continente europeo: ha aperto una sede a Bruxelles, ha comprato la proprietà della Modul University di Vienna, una delle più importanti università private dell’Austria – a Vienna si è spostata buona parte della Central European University, l’ateneo fondato da Soros che Orbán ha sfrattato da Budapest – e sta cercando di aprire una sede nel centro culturale ungherese vicino a Trafalgar Square, a Londra, e parte del mondo conservatore britannico gli sta dando una mano. L’offensiva culturale del governo ungherese è a pieno ritmo in quell’Europa che ha davvero pensato che il suo nemico fosse George Soros.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi