Dopo la morte di Prigozhin

Segui i soldi della Wagner per capire il potere. Parla Cyrille Bret

Mauro Zanon

L'analista geopolitico e docente a Sciences Po Parigi spiega al Foglio i possibili scenari che si aprono ora con l’uscita di scena di Prigozhin, morto mercoledì assieme ad altri nove passeggeri nello schianto del jet Embraer Legacy 600 a Tver

“Con la scomparsa di Evgeni Prigozhin si impone la questione della sua eredità, o meglio delle sue tre eredità: i suoi averi personali, le sue reti in Africa, dunque i contratti che ha siglato nel continente africano e i benefici che ha tratto da essi, e il ruolo dei mercenari in Ucraina”. Cyrille Bret, analista geopolitico e docente a Sciences Po Parigi descrive al Foglio i possibili scenari che si aprono ora con l’uscita di scena dell’ex leader della Wagner, deceduto mercoledì assieme ad altri nove passeggeri, tra cui il braccio destro Dmitri Utkin, nello schianto del jet Embraer Legacy 600 a Tver. “Per quanto riguarda la sua fortuna personale, lo scenario più probabile è che le autorità pubbliche russe sequestrino i suoi beni personali, togliendo force de frappe finanziaria a chi all’interno della Wagner potrebbe approfittarne. In merito al secondo punto, le attività dei mercenari in Africa continueranno a generare introiti.

Dunque la questione è: cosa accadrà? La prima possibilità è che le truppe della Wagner in Africa, in ragione del legame troppo personale con Prigozhin, non accetteranno di essere reintegrate nell’apparato statale russo. Ciò porterebbe a un’autonomia d’azione, con i responsabili locali della Wagner in Africa che firmeranno contratti con i governi africani per conto loro: si verificherebbe uno scenario simile agli anni Settanta con gruppi di mercenari più o meno incontrollabili. L’altra possibilità è che i servizi russi, Fsb, Svr e Gru, riescano a riassorbire le truppe della Wagner in Africa: se ciò accadesse, però, Wagner passerebbe da un’operazione clandestina nel continente africano a un’operazione quasi ufficiale”, spiega al Foglio Cyrille Bret. “Sul terzo punto, lo scenario più probabile è che il potere russo metta i mercenari in Ucraina di fronte a un bivio: o entrate nelle fila dell’esercito regolare o abbandonate il fronte ucraino. La scomparsa di Prigozhin segna un vantaggio per il comando militare in Ucraina, una normalizzazione nel modo in cui si combatterà la guerra”. 

Cosa cambierà invece per il Mali, il Burkina Faso, il Niger e gli altri paesi che hanno “affidato” la loro sicurezza al gruppo di contractor russi? Secondo Bret, “il principale obiettivo di Vladimir Putin, durante il Summit Russia–Africa Economic and Humanitarian Forum di fine luglio, era proprio quello di tranquillizzare i governi con cui Wagner aveva firmato dei contratti”. “La diplomazia ufficiale e quella parallela sono andate a rassicurare le autorità e le reti d’influenza russe in Africa, perché per Mosca sono fondamentali dal punto di vista strategico”, spiega al Foglio l’analista geopolitico. Ieri, Putin ha firmato un decreto che impone anche ai volontari che si arruolano in formazioni paramilitari, come la Wagner, di prestare giuramento di fedeltà allo Stato. “Con la scomparsa di Prigozhin i margini di autonomia saranno sempre più limitati. I membri della Wagner verranno forzati a rientrare nei ranghi”, dice al Foglio Bret.

Nel vuoto lasciato dalla morte dell’ex leader della Wagner, potrebbero inserirsi altre compagnie di mercenari. “L’affermazione di società create o dai poteri pubblici o da veterani della Wagner è possibile. Ciò che è certo è che le autorità militari russe veglieranno fin dall’inizio affinché queste società non siano troppo indipendenti. Putin prenderà tutte le precauzioni possibili affinché nessun contropotere come la Wagner possa svilupparsi: frantumerà l’eredità della Wagner per impedire la ricostituzione di un elemento incontrollabile sul piano mediatico, militare e finanziario”, analizza Bret. 

Per la Francia in particolare, e l’occidente in generale, “la morte di Prigozhin potrebbe anche segnare la fine della destabilizzazione del territorio africano”, secondo Bret. “Può essere un’opportunità: i poteri pubblici francesi cercheranno, e forse cercano già di approfittare di questo varco, per riprendere i contatti con le autorità dei paesi africani legate alla Wagner di Prigozhin”.

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