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La Germania ha una nuova idea di “sicurezza integrata”

Daniel Mosseri

Il governo tedesco presenta la sua strategia, molto ambiziosa. Il ruolo dominante della Baerbock 

Berlino. L’idea era già nata sul tavolo negoziale seguito alle elezioni per il rinnovo del Bundestag del settembre del 2021, vinte dalla Spd di Olaf Scholz. Gli scossoni della pandemia, i lockdown e lo strozzamento dei traffici internazionali avevano motivato anche i Verdi e i Liberali: la nuova sfida per i tre partner di governo era dotare la Repubblica federale tedesca di una strategia per la sicurezza nazionale. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’esplosione sottomarina di tre dei quattro gasdotti diretti russo-tedeschi Nord Stream hanno fatto il resto.

Così ieri il governo tedesco ha presentato la “Nationale Sichercheitsstrategie”, un documento che dà maggior respiro a quella “Zeitenwende”, alla “svolta epocale” annunciata dallo stesso  Scholz all’indomani dell’ingresso dei carri armati russi nel Donbas ucraino. Allora il capo del governo tedesco si concentrò sul rilancio di una Bundeswehr antiquata con un’iniezione straordinaria da 100 miliardi di euro. Ieri Scholz assieme ai più importanti ministri del suo gabinetto – Linder (Finanze), Pistorius (Difesa), Faeser (Interno) e Baerbock (Esteri) – ha illustrato “il nostro lavoro degli ultimi 18 mesi, durante i quali la parte del leone l’ha fatta il ministero degli Esteri”. Asciutto, il cancelliere ha ricordato che “senza sicurezza non c’è libertà, stabilità, benessere”, e che sicurezza non significa solo Difesa ma anche pompieri, uno spazio digitale sicuro, e garanzie per le catene di approvvigionamento. Protagonista della conferenza è stata Baerbock, che ha lasciato, al solito, la diplomazia agli ambasciatori: il governo ha lavorato a un concetto di “sicurezza integrata”, ha detto, che passa dal trovare i medicinali in farmacia ma anche dal non essere spiati dai cinesi sul telefonino, dal non leggere fake news russe, potersi fare la doccia con acqua pulita, avere ospedali e università con server a prova di cyberattacchi, senza dimenticare di combattere la dipendenza economica dall’estero e avere uno sviluppo sostenibile – ma anche i siti di stoccaggio del gas (che pure non è rinnovabile) devono essere sempre pieni. Lanciatissima, la ministra non ha dimenticato nessuno: non le donne, “perché quando metà del cielo non è sicura, la società intera non è sicura”; non il ruolo della Germania in Europa, spiegando che fare difesa “non significa solo investire il 2 per cento del pil ma anche essere del tutto integrati con gli alleati europei”.

Dal documento del governo emerge una Germania fortemente ancorata all’Europa e alla Nato, mentre una delle risposte alle sfide della sicurezza, fra le quali compare sempre la Cina nel suo ruolo ambiguo di partner commerciale e rivale sistemico, è quella di “diversificare la nostra economia per renderla più stabile”. A livello internazionale “siamo impegnati in un ordine figlio del diritto e delle regole, non del potere e del dispotismo”. La Germania si prepara  alle sfide del futuro, senza escludere cambiamenti. Ma una cosa non cambierà, assicura Scholz a fine conferenza: “Dopo gli Stati Uniti siamo diventati il secondo più grande sostenitore dell’Ucraina e continueremo a farlo fino al ritiro dei soldati russi”.

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