
Jordan Bardella (Ansa)
La mesta visita romana del sovranista francese Jordan Bardella
Il neopresidente del Rassemblement national e pupillo di Marine Le Pen, è arrivato a Roma per rafforzare le alleanze locali in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Ma non è andata come sperava, ricevendo parecchie porte in facce dagli alleati della Lega
Accompagnato da una folta delegazione, lo scorso 11 e 12 aprile Jordan Bardella, neopresidente del Rassemblement national e pupillo di Marine Le Pen, è arrivato a Roma per rafforzare le alleanze locali in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Aveva previsto molti incontri, selfie e sorrisi con il partito italiano alleato di Rn in Europa nel gruppo Identità e Democrazia, ossia la Lega di Matteo Salvini, ma non è andata come voleva. Anzi, è tornato a Parigi con la convinzione che il suo partito non sia più il benvenuto a Roma negli ambienti della destra, non solo meloniana.
Come rivelato dal Point, Bardella ha ricevuto parecchie porte in faccia dai leghisti, gli stessi che nel 2018 stesero i tappeti rossi a Marine Le Pen, organizzando colazioni, visite istituzionali e una grande conferenza stampa nella sede dell’Ugl. Al presidente di Rn, Salvini ha concesso un incontro di poco meno di un’ora nei suoi uffici del ministero dei Trasporti, a porte chiuse e senza giornalisti. Il presidente della Camera italiana, Lorenzo Fontana, che aveva promesso a Bardella un tour di Montecitorio, ha annullato il loro incontro all’ultimo momento, proponendo come sostituto il vicepresidente della commissione Affari esteri. “Uno smacco diplomatico che ha convinto Bardella a preferire, agli ori di Montecitorio, la sua camera d’albergo”, ha raccontato il Point.
Al settimanale, in forma anonima, ha parlato in questi termini un parlamentare della Lega: “Noi e Rn abbiamo responsabilità diverse. Noi siamo al governo e i nostri interlocutori francesi in questo momento sono Emmanuel Macron e i suoi ministri”. Una precisazione che è andata di traverso ai sovranisti d’oltralpe, che ora si interrogano sulla tenuta delle loro alleanze, con un occhio alle prossime elezioni europee. (Mauro Zanon)


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