editoriali

Il blocco a oltranza contro Macron

Redazione

Parigi sospira guardando la legge italiana sugli scioperi. Oggi ancora tutto bloccato

Se al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, chiedessero oggi quale legge italiana vorrebbe importare nel quadro normativo esagonale, con tutta probabilità risponderebbe la legge n. 146, che dal 1990, in Italia, scongiura gli scioperi selvaggi, quelli che oggi, per protestare contro la riforma delle pensioni che punta a innalzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni, paralizzeranno la Francia per la sesta volta nell’ultimo mese e mezzo.

Introdotta con l’accordo del trio sindacale Cgil/Cisl/Uil alla vigilia dei Mondiali di Italia ’90, la legge n. 146 assicura da più di trent’anni un equilibrio tra il  diritto di sciopero e la tutela dei diritti fondamentali degli italiani. Garantendo un servizio minimo nei settori “essenziali”, sanità, trasporti, energia, scuola, raccolta dei rifiuti e produzione di beni di prima necessità – almeno un terzo del personale e il 50 per cento delle prestazioni assicurate – la legge prevede l’obbligo di depositare un preavviso non inferiore ai dieci giorni e di dichiarare in anticipo la durata del movimento.

Limitazioni che rendono di fatto illegale “lo sciopero illimitato”, quello che la Cgt e la Cfdt, i due principali sindacati di Francia a capo del fronte anti Macron, vogliono (e possono) imporre. “In che modo l’Italia ha messo fine agli scioperi paralizzanti”, ha titolato il Point, raccontando il modello italiano a cui Macron  vorrebbe ispirarsi. Il settimanale ricorda inoltre che nel 2018, per i trasporti, è stato trovato un accordo con i sindacati che vieta lo sciopero nelle ore di punta, la mattina e alla fine della giornata. 

 

Niente a che vedere con quanto accadrà oggi, in questo “martedì nero” francese, con treni, metrò e bus cancellati per tutta la giornata e i sindacati che annunciano “il blocco a oltranza” della Francia.

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