Foto Ap, via LaPresse

Qatar 2022

Giappone-Spagna è un viaggio tra Félix Lope de Vega e Holly e Benji

Davide Ferrari

I pomeriggi a vedere le partite infinite del cartone animato e quel filo che unisce il poeta del Siglo de oro a quello di Masayo Koike

Quando penso al binomio Giappone-calcio per prima cosa – ahimè! – mi viene in mente la faccia di Byron Moreno e quella nefasta partita che vide concludersi malamente il cammino della Nazionale italiana in quella Coppa del mondo del 2002. Certo c'era la Corea del sud in campo contro l'Italia, ma i Mondiali si giocavano anche in Giappone. Il direttore di gara fu poi arrestato nel 2010 all’aeroporto JFK di New York. Mi immagino le facce dei militari: una specie di orso Yoghi viene fermato e perquisito mentre cerca di entrare negli Stati Uniti. Ma al posto dell’ovatta è imbottito di 6 chili di eroina. Una sorpresa che gli costò 2 anni e 6 mesi di cattività. E non parlo del parco di Yellowstone. Tuttavia, la sua condotta dentro e fuori dal campo gli regalò fama imperitura su tutti i campetti del mondo dove per almeno un decennio i ragazzi usarono quel nome come sinonimo di disonestà. Sarà per quell’aspetto da cartone animato che il gruppo rock demenziale italiano Gem Boy, famoso proprio per le parodie dei cartoons, gli dedicò una canzone dal ritornello tutt’altro che sibillino: Schiatta schiatta Moreno / o sei venduto o sei scemo / possibilmente sotto un treno.

 

A proposito di cartoni animati: l’altra cosa che per fortuna affiora alla memoria sono i pomeriggi trascorsi in un tempo sospeso a guardare Holly e Benji, i campioni giapponesi usciti dalla penna di Yōichi Takahashi che, almeno nella prima partita contro la Germania, sembra si siano reincarnati – non solo per la mise – in quelli veri. Se contro la Spagna le anime dei personaggi si impossesseranno di nuovo dei giocatori in carne ed ossa, gli ottavi di finale sarebbero una certezza. Ma non sarà facile: nonostante il ciclo d’oro della roja sia finito da un pezzo, la squadra sembra in forma. In ogni caso Giappone–Spagna sarà la partita giusta per pensare soltanto al calcio, per ritrovare il sapore di quel tempo rituale in cui una gioia innocente traboccava dagli occhi dei bambini che eravamo. Lo diceva anche Pier Paolo Pasolini che il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Un’evasione che nell’animo di un appassionato ha mille sfaccettature. Moti fuori da ogni logica. È passione allo stato puro. Quando una giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Sölle come avrebbe spiegato ad un bambino che cos’è la felicità, lei rispose: "Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare". E aveva ragione: chi ama questo sport cerca la magia del calcio e non importa chi gliela regala. Il poeta del Siglo de oro Félix Lope de Vega (1562-1635) sa bene cosa si muove nell’animo di un tifoso: Sì, credetemi, amore è tutto questo / Abbandonarsi, ardire, esser furioso, / tenero, aspro, liberale, schivo, / animoso, accasciato, morto, vivo, / leale, infido, vile e coraggioso; / non trovar fuor del bene agio e riposo, / mostrarsi altero, mite, egro, giulivo, / stizzito, pusillanime, aggressivo, / soddisfatto, adontato, sospettoso; // voltar le spalle al chiaro disinganno, / bere veleno per liquore grato, / scordarsi del profitto, amare il danno; // creder che un cielo in un inferno è entrato, / dar l’anima e la vita a un disinganno: / quest’è amore: lo sa chi l’ha provato.

 

E lo sappiamo noi, che per scoprire il risultato di una partita di Holly e Benji abbiamo atteso anche 15 puntate. E quindi, per noi, cosa vuoi che siano i 20 minuti di recupero delle partite attuali.

 

Quelli come noi, di una partita – fantastica o reale che sia – considerano la poesia di un appuntamento sublimato dall’attesa. Per questo mi affido ai versi di Intervallo di Masayo Koike: Da lontano arriva rotolando una palla / la palla rotola, spinta da un calcio / viene verso di me ma io sono stanca / un bambino la insegue di corsa / chissà se arriverà fin qui / o forse non ce la farà / […] ci siamo io il bambino e la palla / breve intervallo di un confronto senza nome / nessun rammarico / l’incredibile gentilezza della palla. Stasera può succedere qualsiasi cosa. Come cantano i Gem Boy, in Holly e Benji tutto è normale / anche il Giappone vince il mondiale.

Di più su questi argomenti: