La speaker della Camera americana non ha ancora confermato la visita, ma Pechino ha già detto che ci saranno conseguenze, come a dire: è una provocazione. La Cia avverte che la minaccia è alta. La Casa Bianca e il Pentagono sono cauti, i repubblicani li criticano
La visita annunciata da Nancy Pelosi, speaker della Camera americana, a Taiwan per il prossimo mese sta facendo discutere e litigare tutti: cinesi, democratici, repubblicani, il Pentagono, la Casa Bianca. I cinesi, come sempre, sono i più diretti: sabato il Financial Times aveva citato delle fonti dentro la Casa Bianca che definivano gli avvertimenti di Pechino ben “più duri” delle minacce che arrivano ogni volta che gli americani manifestano il loro sostegno a Taiwan. Poi il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha confermato: “Ci stiamo seriamente preparando”. Diplomaticamente o militarmente? “Se gli Stati Uniti sono intenzionati ad andare avanti per la loro strada, la Cina adotterà misure forti per rispondere e contrastarli con risolutezza. Gli Stati Uniti dovrebbero essere ritenuti responsabili di eventuali gravi conseguenze”. Tradotto: la visita della Pelosi – storica: non accade dal 1997 – è considerata una provocazione dalla Cina, che si sente in diritto di reagire.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE