“Non sarete chiamati a votare con il vostro sangue, perché il vostro sangue è già stato versato in passato e ora abbraccia tutto il Libano”. Da Nabatieh, roccaforte di Hezbollah nel sud del Libano, Hassan Nasrallah ha ricordato la settimana scorsa il “sacrificio” della guerra del 2006 contro Israele per lanciare la sua corsa alle elezioni parlamentari di domenica. “Dobbiamo vincere questa guerra politica”, ha detto davanti a una distesa di bandiere gialle, quelle del Partito di Dio, che punta a colmare il vuoto politico lasciato da Saad Hariri, il leader sunnita che a gennaio ha annunciato il suo ritiro dalla politica autoesiliandosi negli Emirati arabi uniti. “Dove è finito l’uomo che ha gettato il suo paese tra le braccia di Teheran?”, accusava qualche giorno fa il quotidiano saudita al Hayat, che definiva Hariri un “traditore”.
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