Screenshot da YouTube di Pavel Vernikov. Odessa Golden Violins 2015 

Il cortocircuito della sinistra italiana davanti alla resistenza ucraina. Parla il violinista Pavel Vernikov 

"Zelensky era un comico ma combatte contro un assassino", dice il maestro 

Manuel Peruzzo

È nato a Odessa, ha lavorato a Mosca e in Italia e ha fatto l’errore di ascoltare i discorsi in tv: la sinistra è sempre timida con Putin e sempre severa con l’America. E la destra? Si vergogna d’aver fatto da scendiletto a Putin e ora fa la caricatura del pacifismo

La situazione della sinistra italiana è comica. Hanno esaltato la resistenza per anni, come mito fondativo, e ora ci dicono né con Putin né con la Nato, un po’ come se nel 1944 avessero detto né con Hitler né con gli alleati. Si credono la Svizzera? A tal proposito abbiamo raggiunto Pavel Vernikov, violinista e professore universitario ebreo ucraino: “Vivo in Svizzera ma scriva che vivo in Messico, vorrei sopravvivere dopo questa intervista”, che è tutto fuorché neutrale rispetto a quanto accade “Io non posso difendere l’Ucraina, purtroppo, ma posso difendere l’Italia dai suoi intellettuali della sinistra al caviale”.
   
Vernikov è nato a Odessa, ha lavorato sia a Mosca sia in Italia, che considera una seconda patria (ha due figli da una moglie italiana), e ha fatto l’errore di ascoltare i discorsi in tv: la sinistra è sempre timida con Putin e sempre severa con l’America. “Hanno fatto male anche col Piano Marshall?” chiede provocatoriamente, “Sì, certo hanno fatto molti errori in politica internazionale ma è come difendere Putin dicendo ‘e allora i templari’?” Rivangare il passato non serve.
  
La destra italiana invece si vergogna d’aver fatto da scendiletto a Putin e ora fa la caricatura del pacifismo, e di loro Pavel dice: “Ho molti dubbi, non voglio credere a me stesso, ma più che Putin amavano i suoi soldi. Un amore strano. Non farò nomi perché gli avvocati qui in Svizzera, cioè intendo in Messico…, sono molto costosi”, ma ci dice che “Dovrebbero tacere tutti. Ho i miei migliori amici che vengono evacuati da Odessa proprio come mia madre ai tempi del nazismo. Ho offerto ospitalità a una donna con la sua bambina che è scappata per giorni a piedi al freddo mentre il marito, 37 anni, ha lasciato il violino per imbracciare il fucile e difendere il proprio paese”. Ma Putin dice che i nazi siete voi ucraini: “Un comico americano – lo so, americano non posso dirlo perché la sinistra quando sente questa parola inorridisce – dice che Zelensky sarebbe il primo nazista ad aver fatto il bar mitzvah”
  
Quindi le piace? “Zelensky è un comico che è sopravvissuto a tre attentati, è rimasto col suo popolo, ha guidato la resistenza ucraina e unito l’Europa. Era un comico ma combatte contro un assassino. Se Putin fosse stato un vero clown sarebbe stato meglio per tutti”. La soluzione sono gli artisti? ”Putin non è stupido ma è uno squilibrato cresciuto nel Kgb. Se avesse studiato violino sarebbe stato meglio per tutti. Suona il piano ma male, dovrebbe impegnarsi di più”.
  
La Duma ha approvato una legge contro i traditori della patria che vieta di screditare l’esercito e il ricorso agli interventi armati, con pene che vanno da 5 a 15 anni di carcere. Invece in Occidente si colpiscono anche gli artisti russi che non si dissociano e non prendono posizione, lei è d’accordo? “Sì. Ricevevano soldi per le orchestre, erano testimoni della guerra in Crimea, hanno partecipato non come artisti ma come complici alla politica di Putin. Questa gente prende i soldi da Putin e dall’Occidente e dice che l’Occidente fa schifo. Rispedire a casa questi signori è una cosa buona: almeno anche in Russia possono avere il privilegio di ascoltare le loro opere…”. Anche se ci dice che soffre anche per i cittadini russi “in molti si vergognano di questa situazione, compresa mia moglie”.
  
Gli chiedo se, al di là dei proclami di von Der Leyen su una velocizzazione della procedura burocratica, riesce a immaginare gli ucraini come europei. “Ora neanche l’Europa riesce a immaginarlo, troppo rischioso. Ma culturalmente non c’è una grande differenza rispetto a rumeni o croati. Politicamente sono stati invece molto sfortunati. È un paese democratico: lì si prendono a pugni in Parlamento quanto in Italia o in Giappone, non è paragonabile alla Russia dove non c’è dissenso. Sì, è vero in Ucraina c’è molta corruzione, non come in Italia…”.
  
Come andrà a finire? “Non so rispondere a questa domanda. I cinesi non amano né i russi né gli americani ma per fortuna amano i mercati. Gli ucraini continueranno a combattere sempre, è una guerra partigiana. Uno svizzero mi ha detto ‘Pavel solo il Mossad può fare qualcosa’, io purtroppo non ho contatti, conosco solo artisti”. Ringrazio il cielo che i russi al momento sono occupati e non possono avvelenarci.

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