Manifestazione a Istanbul (LaPresse)

editoriale

A caccia del nazista

Il memoriale di Auschwitz condanna la “megalomania imperialista” di Putin

Il memoriale e museo di Auschwitz, luogo imprescindibile della nostra memoria e uno dei posti in cui si può comprendere meglio la storia e la tragedia del nazismo, ieri ha pubblicato questa dichiarazione: “Questa mattina la Russia ha attaccato l’Ucraina. Questo atto di barbarie sarà giudicato dalla storia e i suoi attori anche, speriamo, dalla Corte internazionale di giustizia. Poiché noi siamo qui, nel memoriale del campo di Auschwitz-Birkenau, non possiamo rimanere in silenzio mentre ancora una volta delle persone innocenti sono uccise a causa di una folle megalomania pseudoimperialista. Diamo la nostra solidarietà totale ai cittadini dell’Ucraina libera, indipendente e sovrana e ai russi che hanno il coraggio di opporsi a questa guerra. In questo momento, il mondo democratico e libero deve dimostrare di aver imparato la lezione della passività adottata negli anni Trenta. Oggi è chiaro che ogni sintomo di indifferenza è un segno di complicità”.
   

  

Vladimir Putin ha annunciato la guerra all’Ucraina dicendo che questa operazione militare è necessaria per la “smilitarizzazione” e la “denazificazione” del paese. Sulla prima è facile intendersi: Kyiv ha il sostegno militare e finanziario dell’occidente, e il presidente russo vuole annientarlo. La denazificazione, in tedesco Entnazifizierung, si riferisce invece alle formazioni di estrema destra e di estremo nazionalismo che esistono in Ucraina e che si sono rese visibili nella lotta alla Russia anche durante le proteste dell’Euromaidan. Per Putin l’Ucraina è in mano ai neonazisti e lui si fa novello liberatore del paese. Basta leggere il comunicato del memoriale di Auschwitz per capire chi combatte chi, e da che parte stanno gli antinazisti

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