Cosa resta di Rio senza il suo Carnevale, annullato ancora per Covid

Maurizio Stefanini

Qualcosa è stato salvato, ma nel secondo paese al mondo più colpito dalla pandemia non sarà possibile festeggiare normalmente l'evento che è il grande biglietto da visita della città brasiliana nel mondo 

Sa molto di amara nemesi, l’annuncio che ha dovuto dare in diretta sui social il sindaco di Rio de Janeiro Eduardo Paes. Attualmente socialdemocratico dopo essere passato per altri sette partiti secondo un costume di vari vip della politica brasiliana condiviso anche dal presidente Bolsonaro, già sindaco tra 2009 e 2017 quando stava nel centrista Partito del movimento democratico brasiliano, Paes è tornato in testa nella città del più famoso carnevale del mondo il primo gennaio del 2021, dopo aver sconfitto al ballottaggio con il 64,07 per cento dei voti Marcelo Crivella. Vescovo di una chiesa pentecostale fondata da suo zio e radiopredicatore, Crivella nei suoi quattro anni di mandato aveva boicottato in tutti i modi quella kermesse “pagana” e “peccaminosa”, tagliandole i fondi e facendovi comunque mancare la sua presenza.

 

Non c’è dubbio che nel plebiscito a favore di Paes abbia pesato anche la stanchezza per l’inaudito boicottaggio di un evento che, voglie goderecce a parte, è comunque il grande biglietto da visita della città nel mondo e ha pure un indotto economico non indifferente. Almeno 1,2 miliardi all’anno quando può essere fatto a regola d’arte, e nel 2020 malgrado Crivella avevano comunque preso parte alle feste in strada 7 milioni di persone. Ma dopo Crivella è venuto il Covid, e di quello non è che ci si può liberare votando contro. Secondo paese al mondo più colpito dalla pandemia dopo gli Stati Uniti, il Brasile ha già avuto 620.000 morti, e quest’anno a parte la variante Omicron da lunedì è arrivata pure Flurona: micidiale nuova combinazione tra Covid e influenza stagionale, di cui il Brasile è il primo paese a essere colpito in tutto il continente. Primi casi: due bambini di un anno e un 52enne a Fortaleza. Ma ci sarebbe anche una sedicenne proprio a Rio, anche se deve essere confermato. Insomma, il Carnevale in forma integrale non si può proprio fare. “Il Carnevale in strada, per la sua propria natura e carattere democratico, rende impossibile ogni tipo di controllo”, ha riconosciuto Paes.

 

Eletto anche grazie a loro, il sindaco ha però dato l’annuncio dopo un incontro con i “blocos”: i gruppi musicali di quartiere alla base della festa. Con loro ha trattato su come ridurre il danno, in modo da rifare per lo meno un po’ del look amato in tutto il mondo.  E qualcosa è stato salvato: in particolare, la sfilata delle scuole di samba a fine febbraio al Sambodromo, dove gli accessi sono facilmente controllabili. Paes dice di aver anche proposto di sostituire il Carnevale in strada con eventi in tre diverse parti della città dove pure i controlli sarebbero stati più facili. Sono stati fatti i nomi del Parque Olímpico da Barra, dove si fecero i Giochi del 2016, e del Parque Madureira Mestre Monarco, che fu inaugurato nel 2012 e ampliato nel 2015.

 

Insomma, due spazi moderni, che sono anche due fiori all’occhiello, e che potrebbero dare un'immagine molto positiva di una metropoli che riesce comunque a far consistere la tradizione del Carnevale con la sicurezza. I blocos non hanno accettato, ma Paes dice  che sta aspettando una “controproposta”.  

 

Non solo Rio de Janeiro, ma anche un’altra sessantina di città brasiliane non celebreranno il Carnevale in forma piena.  Come ha spiegato Celso Romano, sindaco di quella località di Guariba dove si sono riuniti i rappresentanti di 12 città per trattare il problema, non solo per timore del Covid ma anche “per rispetto alle vittime”. A San Paolo però un cronogramma è stato stabilito, mentre a Recife, Salvador e Belo Horizonte le decisioni sono demandata a un comitato ad hoc. 

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