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"Tre giorni e tre notti"

Il viaggio nell'abbazia e il ritorno dello “scrittore cattolico” in Francia

Mauro Zanon

Quattordici scrittori francesi in pellegrinaggio nel cuore dell’Occitania. Una reazione alla paura del declino dell’occidente, accelerato dal wokismo e dalla cancel culture

Tra maggio e giugno, mentre le mille luci di Parigi tornavano a brillare dopo il buio delle chiusure e delle restrizioni a causa della crisi sanitaria, quattordici scrittori francesi, tra cui Michel Houellebecq e Frédéric Beigbeder, scendevano verso Lagrasse, tra Carcassonne e Narbonne, per un’immersione nel silenzio religioso dell’ex abbazia cistercense, che nel 2004 ha ritrovato la sua dimensione monastica grazie alla comunità dei Canonici regolari della Madre di Dio. Un pellegrinaggio nel cuore dell’Occitania, in un altro tempo, estraneo alla postmodernità e ai suoi frastuoni. Ogni scrittore è rimasto tre giorni e tre notti, e al termine del soggiorno, su invito del giornalista e intellettuale cattolico Nicolas Diat, editore del cardinale Robert Sarah, ha scritto un testo per raccontare la propria esperienza. “Trois jours et trois nuits. Le grand voyage des écrivains à l’abbaye de Lagrasse”, edito da Fayard, è la raccolta di questi quattordici viaggi spirituali vissuti da scrittori sensibili alla questione della fede e dell’esistenza di Dio, ma soprattutto legati alle radici cristiane della Francia “figlia primogenita della Chiesa”. 

     
Per il settimanale Obs, è la conferma di un ritorno di grazia dell’“écrivain catholique”, più in un senso culturale che teologico, come reazione alla paura del declino dell’occidente, accelerato dal wokismo e dalla cancel culture. “Deambulo nel Bello a servizio della mia anima. Un monastero è un’utopia tanto artistica quanto spirituale”, scrive Beigbeder. 
Il ritorno di grazia, fa notare l’Obs, è anche quello della tematica religiosa e della fede cristiana nelle librerie: Emmanuel Carrère ne “Le Royaume” (Pol), dedicato al suo rapporto complesso con la fede; Houellebecq in “Sérotonine” (Flammarion), che si conclude con un messaggio cristico (il cardinale Sarah ha definito l’ultimo capitolo del romanzo “pienamente cattolico”); Thibault de Montaigu, ex mondano impenitente, habitué di Saint-Germain-des-Prés e del Café de Flore, che nel libro “La Grâce” racconta il suo ritorno alla fede. “Entrato agnostico, non ho incontrato Dio, ma degli uomini eccezionali che credono in lui. E ciò mi basta (…) All’abbazia di Lagrasse non si predica, si testimonia. La mia cultura e la mia memoria sono cristiane, non rinnegherò mai la religione della mia infanzia”, si legge nel testo del filosofo Pascal Bruckner, intitolato “Il falansterio di Dio”.  

    

Padre Emmanuel-Marie Le Fébure du Bus, nella postfazione, ha manifestato la sua gioia per aver accolto gli autori nella sua abbazia, definendo la loro iniziativa “un gesto di benevolenza e di umiltà”. Anche il romanziere Louis-Henri de la Rochefoucauld è stato sollecitato da Nicolas Diat. Non ha esitato nemmeno per un istante quando gli è stato proposto di partecipare al pellegrinaggio. E il 14 luglio ha preso il Tgv che scende verso il profondo sud. “Mi è piaciuto tutto a Lagrasse: la bellezza del luogo, la calma della mia stanza (quella che occupa occasionalmente il cardinale Sarah), le messe quando la vetrata centrale lasciava filtrare il sole dell’estate, e soprattutto le mie conversazioni con i fratelli e i padri. Grazie a loro, erano subito di alto livello”, ha raccontato questa settimana all’Express, ripercorrendo i giorni trascorsi all’interno dell’abbazia e lasciando trapelare una grande nostalgia. “L’altra sera, ho incontrato Frédéric Beigbeder durante una festa in un hôtel particulier. Erano le tre di notte, tutti erano pieni di champagne. Avremmo potuto incrociare il fantasma di Fitzgerald. Fédéric metteva dei dischi, poi l’ho visto partecipare a un trenino. Io stesso non ero più molto fresco e sorridevo tristemente della nostra frivolezza. Che diavolo ci facevamo come degli idioti in quel purgatorio quando la scorsa estate eravamo in paradiso? Mentre scrivo queste righe, mi sale la nostalgia. Lagrasse mi manca”. 

 
I ricavi delle vendite del libro saranno integralmente versati ai canonici di Lagrasse per il restauro della loro preziosa abbazia toccata dalla grazia. 
 

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