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“Emily in Paris” scatena l'effetto Netflix: i turisti si catapultano a Parigi

Mauro Zanon

Decine di ragazze vanno ogni giorno a scattarsi selfie o a farsi fotografare nei luoghi dove è stata girata la serie tv, che richiama i visitatori più di qualsiasi pubblicità

A Place de l’Estrapade, a pochi passi dalla Sorbona, c’è un curioso via vai davanti alla Boulangerie Moderne, al ristorante italiano Terra Nera e a un grazioso edificio situato lì accanto. “Non si ferma più. Per tutto il giorno, vediamo sfilare turisti sovreccitati all’idea di scoprire il quartiere dove vive la famosa Emily”, ha commentato la commessa della libreria indipendente di place de l’Estrapade. Perché da quando Darren Star ha scelto questa piazza parigina come uno dei luoghi principali della serie di successo che ha scritto per Netflix, “Emily in Paris”, decine di ragazze vengono ogni giorno a scattarsi selfie o a farsi fotografare dai propri partner, come questa coppia danese incontrata dal settimanale Express. “Ho guardato tutta la serie in pochi giorni e mi è piaciuta un sacco. Le mie amiche moriranno dal ridere vedendo che sono passata davanti al ristorante preferito di Emily”, ha raccontato Camilla. Seguita dal suo compagno: “Non siamo venuti qui a Parigi espressamente per questo, ma quasi. Una capatina da queste parti era inevitabile”.

 

Come loro, sono moltissimi i turisti stranieri che inseriscono Place de l’Estrapade tra le tappe obbligate del loro viaggio a Parigi, o che addirittura scelgono la capitale francese piuttosto che altre destinazioni proprio in ragione della serie Netflix. Alcuni commercianti storcono il naso dinanzi a queste “orde di teenagers” che passano ore lì a scattare la foto perfetta  da mettere su Instagram. Altri, invece, non nascondono la loro felicità per l’impatto in termini commerciali garantito dalla serie. “Molti curiosi danno un’occhiata dentro al negozio, acquistano uno o due libri. Se non ci fosse stata la serie, non ci avrebbero mai conosciuto”, ha detto all’Express la responsabile della libreria portoghese di Place de l’Estrapade. I proprietari del ristorante Terra Nera hanno introdotto persino un menù speciale “Emily” e alla Boulangerie Moderne molte turiste chiedono un pain au chocolat come quelli che mangia la giovane americana nella serie.

 

“Il cine-turismo è sempre esistito, anche se talvolta è difficile da quantificare”, ha spiegato all’Express Stephan Bender, presidente dell’agenzia Film France. Ma negli ultimi tempi, c’è stata un’accelerazione del fenomeno. “Con una comunicazione sempre più aggressiva, gli algoritmi per ogni spettatore, il buzz talvolta prodotto in pochi giorni sui social e l’interesse internazionale suscitato da alcune serie, le piattaforme come Netflix fanno la differenza. Per una città, una regione, un ristorante o un museo valorizzato nella serie, l’impatto può essere enorme”, secondo Bender. È il caso della brasserie parigina Le Grand Colbert e del ristorante con vista Tour Eiffel Les Îlots de Chaillot, due dei luoghi emblematici della serie Netflix “Chiami il mio agente!”.

 

Ma il cine-turismo trainato dalla piattaforma di streaming americana ha avuto un impatto notevole anche in altre città francesi. Come a Étretat, in Normandia, dove ha sede il Clos Lupin, museo dedicato a Maurice Leblanc, il creatore del ladro gentiluomo. “Il successo è stato immediato. Tutti qui mi non mi parlano d’altro che della serie ‘Lupin’ di Netflix e di Omar Sy”, ha raccontato Maryse Alix, direttrice del museo. Dopo la riapertura di maggio, i biglietti venduti sono aumentati del 66 per cento in giugno e del 137 per cento in luglio. Lo stesso boom è avvenuto nelle librerie locali, con le vendite di fumetti di Lupin moltiplicate per quattro. Secondo Éric Baudet, direttore della comunicazione dell’Ufficio del turismo di Étretat, “l’effetto Netflix è innegabile”.

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