Lionel Messi, con la maglia della nazionale argentina (Ansa)

la Pulga va in Francia

Messi sulla Tour Eiffel, la perla che rende Parigi la capitale (europea) del Qatar

Mauro Zanon

L'argentino verrà presentata oggi, con un grande evento all’altezza del suo talento e delle ambizioni di Nasser Al-Khelaïfi, il presidente qatariota del Psg, sempre più solido al vertice del calcio europeo. Con la benedizione di Macron

I parigini ieri lo hanno aspettato per tutto il giorno: erano centinaia all’aeroporto Le Bourget per il primo abbraccio, migliaia attorno al Parc des Princes, e persino alla “Factory”, la sede del Paris Saint-Germain a Boulogne-Billancourt, si poteva incrociare qualche tifoso, convinto di poter scorgere “la Pulga” anche solo per un attimo. Ma alla fine il Messi day sarà oggi, 10 agosto, con una presentazione alla Tour Eiffel che sarà opulenta, sontuosa, esagerata, all’altezza del talento del calciatore argentino e delle ambizioni di Nasser Al-Khelaïfi, il presidente qatariota del Psg, sempre più solido al vertice del football europeo.

 

“Stiamo entrando nei giorni più incredibili della storia del campionato francese”, ha scritto ieri Vincent Duluc dell’Equipe nel suo editoriale. E ancora: “L’ingresso in questa realtà sorprendente e così diversa da quanto abbiamo vissuto fino a oggi, sullo sfondo del contratto del secolo, non è completamente slegata dalle medaglie d’oro in Giappone. Perché è soltanto un altro modo per farci sognare”. Non ci credono, i parigini, che il più forte di tutti giocherà nella Ligue 1, il campionato considerato per anni la banlieue del calcio europeo, da cui Zlatan Ibrahimovic se n’era andato disgustato “perché non è al livello del mio talento”, ma che da oggi avrà tutti i riflettori puntati. “Ecco il calcio francese improvvisamente sotto la luce del mondo e scosso da questa semplice frase: Lionel Messi giocherà nella Ligue 1”, commenta l’Equipe.

 

Il merito di questo trasferimento che porta il campionato francese in un’altra dimensione e titilla la grandeur dei parigini è tutto di Nasser Al-Khelaïfi, vincitore della partita politico-mediatica della Superlega e scalatore astuto delle istituzioni del calcio europeo, che in queste settimane ha realizzato un lavoro titanico di diplomazia e comunicazione, mobilitando la sua Qatar Sports Investments e schiere di avvocati per convincere il sei volte Pallone d’oro a venire a giocare nei campi poco accattivanti di Clermont-Ferrand e Troyes, seppur accanto a Mbappé e all’amico Neymar. Messi è la ciliegina sulla torta di un’ascesa inarrestabile per Al-Khelaïfi, sia nel campo sportivo (Psg) sia in quello mediatico (BeIN Sports), che è iniziata con la benedizione di Nicolas Sarkozy e continua oggi con quella di Emmanuel Macron. L’attuale inquilino dell’Eliseo, si sa, ha l’Olympique Marsiglia nel cuore, ma ha sempre avuto buoni rapporti con la proprietà qatariota, consapevole del loro “peso politico”.

 

Secondo alcune fonti sentite dal sito sportivo The Athletic, il governo francese avrebbe “convalidato” l’arrivo del campione argentino a Parigi ed espresso apertamente la sua gioia. Perché l’effetto Messi avrà inevitabili ricadute positive non solo per i marchi Psg e Ligue 1, ma anche per tutta l’economia francese (il valore del brand Barcellona, con l’addio del suo numero dieci, si ridurrà di 137 milioni di euro secondo le stime di Brand Finance).

 

Cléopatre Darleux e le altre formidabili ragazze francesi della pallamano, fresche di medaglia d’oro alle Olimpiadi, erano furiose ieri mattina quando hanno visto la “une” dell’Equipe con la faccia del calciatore argentino, la Tour Eiffel, le frecce tricolori francesi e il titolo: “Parigi val bene un Messi”. “La storia si ripete… non meritiamo la prima pagina?”, ha twittato la Darleux, portiere della Nazionale transalpina. Certo che se la meritavano. Hanno soltanto avuto la sfortuna di vincere alla vigilia dell’acquisto del secolo. 

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