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Vaccini, l'Ue si prepara a donare 100 milioni di dosi ai paesi a basso e medio reddito

David Carretta

La proposta è contenuta nell'ultima bozza del Consiglio europeo di lunedì e martedì. Nel testo l'ammontare di vaccini da donare è lasciato tra parentesi, il che significa che sarà oggetto di negoziato tra i leader

Bruxelles. I capi di stato e di governo dell'Unione europea dovrebbero impegnarsi a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccino entro la fine dell'anno ai paesi a basso e medio reddito per contribuire a uscire dalla pandemia di Covid-19. La proposta è contenuta nell'ultima bozza del Consiglio europeo di lunedì e martedì. "L'Ue e gli stati membri sono impegnati ad accelerare la condivisione di vaccini per sostenere paesi che ne hanno bisogno con l'obiettivo di donare almeno (100 milioni di dosi) entro la fine dell'anno", si legge nel documento, di cui il Foglio è entrato in possesso. È stato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a chiedere di inserire l'idea della donazione di dosi nelle conclusioni del vertice, che sarà discusse dagli ambasciatori dei 27 oggi. Nel testo l'ammontare di vaccini da donare (100 milioni di dosi) è lasciato tra parentesi, il che significa che sarà oggetto di negoziato tra i leader. Alcuni stati membri vogliono aspettare di completare la vaccinazione in Europa prima di donare al resto del mondo. Ma Michel è convinto di poter ottenere il consenso di tutti i 27 capi di stato e di governo.

 

"L'impatto della pandemia sarà contenuto solo attraverso una risposta globale ampia", si legge nella bozza di conclusioni: "L'Ue è il più grande esportatore di vaccini Covid-19 al mondo e continuerà i suoi sforzi per aumentare le capacità di produzione globale di vaccini al fine di rispondere alle necessità globali". Nel momento in cui gli Stati Uniti bloccavano le esportazioni, l'Ue si è trasformata nella farmacia del mondo. Dal 31 gennaio al 17 maggio sono state approvate 992 richieste di esportazioni (una sola è stata rigettata), per un totale di 210 milioni di dosi verso 45 paesi, senza contare Covax e l'export prima del 30 gennaio. In cima alla classifica dei beneficiari delle esportazioni dall'Ue c'è il Giappone (90,4 milioni), seguito da Regno Unito (20,9), Canada (18), Svizzera (11,5), Arabia Saudita (9,2), Messico (8,8), Turchia (5,4) Singapore (4,2), Corea del sud (3,8) e Colombia (3,5). Ma i paesi a basso e medio reddito, e in particolare quelli africani, di fatto ricevono molte meno dosi. La decisione dell'India di limitare le esportazioni ha avuto un impatto significativo su Covax. La bozza del Consiglio europeo prevede l'impegno dell'Ue per "a contribuire a sviluppare capacità di produzione locali" nel resto del mondo. Al Global Health Summit di oggi a Roma, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, intende presentare un'inziativa europea per creare degli hub di produzione di vaccini in Africa. Tuttavia, per sviluppare le capacità produttive nei paesi a basso e medio reddito, ci vorrà tempo. Oltre a sostenere Covax dal punto di vista finanziario, la donazione di dosi è considerata a Bruxelles come lo strumento più rapido per far arrivare i vaccini ai paesi extra-Ue che ne hanno bisogno.

 

L'Ue ritiene di poter raggiungere il suo obiettivo di vaccinare il 70 per cento della popolazione adulta entro la fine di luglio. Grazie all'aumento delle forniture, da agosto ci saranno milioni di dosi inutilizzate nei frigoriferi degli stati membri. Donare dosi a paesi a basso e medio reddito è un modo per lanciarsi nella “vaccine diplomacy” e rispondere alla decisione dell'Amministrazione Biden di sostenere la sospensione della protezione dei brevetti. Alcuni paesi europei hanno già iniziato a donare dosi a titolo individuale. La Svezia ha annunciato la donazione a Covax di un milione di dosi di AstraZeneca (non servirà più perché riservato alla popolazione più anziana che sarà già vaccinata). La Francia ha promesso che da giugno donerà 500 mila dosi ai paesi africani. Il Portogallo da luglio donerà un milione di dosi alle sue ex colonie come Angola e Mozambico. La Lituania ha deciso di donare 200 mila dosi a Ucraina, Georgia, Moldavia. La Romania ha già iniziato a fornire 200 mila dosi alla Moldavia. La Spagna ha detto che metterà a disposizione 7,5 milioni di dosi per l'America del sud. Ma le iniziative individuali, verso le rispettive aree di influenza o interesse, non fanno la differenza in termini geopolitici. Per contro, i 100 milioni di dosi da donare entro la fine dell'anno potrebbero dare un vantaggio all'Ue nella guerra della “vaccine diplomacy”.

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