Ad affossare la monarchia inglese saranno le interviste, non le paparazzate

Michele Masneri

Da quella infausta di Lady Diana del 1995 alle improvvide uscite che Harry ormai ha preso gusto a concedere

Insomma non si sa come sia davvero andata la infausta intervista a Lady Diana del 1995, quella in cui lei con sguardo bovino-sofferente adiuvato da matita e fard disse la famosa frase del matrimonio troppo affollato, facendo prendere alla Corona normalmente restia la storica decisione: si divorzi. 

 

Persino il primo ministro Boris Johnson ha detto che segue la questione da vicino e bisognerà capire se davvero la principessa già triste ma poi ancora di più venne ulteriormente angariata dall’intervistatore Martín Bashir che con tecniche efferate la fece sentire perseguitata e paranoica abbastanza per essere esibita a 23 milioni di spettatori. Boris Johnson si è detto riconoscente con Lord Dyson, il giudice in pensione che ha condotto l’inchiesta (da non confondere con l’altro Lord Dyson, inventore dell’aspirapolvere aspirazionale e sfrenato fautore della Brexit). Provvedimenti verranno presi dalla Bbc. I figli intanto sono furibondi: il principe William ha detto che sua madre è stata ingannata non solo da un conduttore-sòla ma anche da dirigenti che hanno preferito guadare dall’altra parte. Harry più estremo ha rincarato la dose parlando di una “cultura dello sfruttamento” e di pratiche non etiche che sono ancora in vigore in molti media e che hanno contribuito alla morte di sua madre due anni dopo l’infausta intervista. 

 

 

E però proprio questo peculiare genere informativo e talvolta letterario, l’intervista, potrebbe essere ciò che arriverà ad affossare la monarchia più di ogni altra minaccia: più delle paparazzate e più della serie “The Crown”, che ci ha fatto conoscere tutte le magagne di queste mostruose figurette regali, le interviste volontarie e non rubate che proprio Harry ormai ha preso gusto a concedere rischiano di far fallire “la ditta” come una profezia auto-avverante.

  

Secondo recenti sondaggi infatti il 41 per cento dei giovani sotto i 24 anni pensa che sia ora per la Gran Bretagna di avere un capo di stato eletto, contro il 31 per cento ancora monarchico. E sicuro molto ha pesato l’intervista micidiale data a marzo da Harry e Meghan a Oprah Winfrey, intervista non estorta ma anzi inclusivamente decisa dalla coppia in auto/esilio californiano, valutata 9 milioni di dollari dalla Cbs anche se pare che la ducale coppia non abbia preso un quattrino. Intervista dalla quale la famiglia reale vien fuori come un covo di serpi razziste intente a bullizzare l’ennesima principessa triste.

 

 

Adesso non contento Harry ne ha fatta un’altra, con James Corden, che anticipa addirittura un documentario in cui si confida alla solita Oprah: e lì altre affettuosità per i Windsor: definiti un Truman Show; Carlo padre insensibile; famiglia in generale di nessun aiuto nel dramma materno. E lui quindi giustificato a bere e drogarsi per dimenticare.  Insomma, se fedele al motto di non spiegare e non giustificarsi, caro alla Corona da tempo immemore, Elisabetta finora poteva essere l’ultima sovrana a non aver mai dato un’intervista in vita sua, a questo punto c’è il rischio concreto che passerà semplicemente alla storia come l’ultima sovrana inglese e basta.

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  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).