Negli Stati Uniti

Perché milioni di americani non si vaccinano

La curva delle vaccinazioni si sta appiattendo. Un po' è fisiologico, un po' è la “pausa J&J” che invece che rassicurare ha fatto spaventare tutti, e un po' è culturale. Un'indagine

Paola Peduzzi

L’appiattimento della curva delle vaccinazioni è in parte fisiologico per una campagna di vaccinazione come quella americana che ha avuto un’accelerazione incredibile nella sua prima fase. Ma anche le attese si sono modificate: prima contava la velocità nelle vaccinazioni, ora non si fa che chiedere: quando si raggiunge la tanto sospirata immunità di gregge?

La curva delle vaccinazioni negli Stati Uniti si sta appiattendo. Secondo i dati ufficiali, la media oggi di somministrazioni al giorno è di 2,29 milioni di dosi, il 32 per cento in meno rispetto al picco registrato il 13 aprile, con 3,38 milioni di dosi somministrate. L’appiattimento è in parte fisiologico per una campagna di vaccinazione come quella americana che ha avuto un’accelerazione incredibile nella sua prima fase. Ma anche le attese si sono modificate: prima contava la velocità nelle vaccinazioni, ora non si fa che chiedere: quando si raggiunge la tanto sospirata immunità di gregge? Per farlo, si devono vaccinare più persone possibili ed è qui che l’appiattimento di questa curva diventa preoccupante: c’è “un’esitazione” nella vaccinazione. Per superarla, il governo americano sta attuando piani per rendere i vaccini più accessibili, con una distribuzione sempre più capillare sul territorio e coinvolgendo le aziende. Ma l’esitazione non è soltanto una questione di comodità.

 

 Uno dei fattori dirimenti è stata la sospensione temporanea del vaccino Johnson & Johnson, proprio come è accaduto con AstraZeneca in Europa. Il principio di cautela applicato nella sospensione, cioè facciamo tutti i controlli per levare ogni esitazione, ha avuto l’effetto contrario: ora Johnson & Johnson spaventa e molti non lo vogliono. Ma le cause dell’esitazione sono anche altre. Derek Thompson, giornalista dell’Atlantic, ha affrontato la questione con metodo e sconcerto: non riesce a capacitarsi che milioni di persone rifiutino di vaccinarsi, così ha chiesto spiegazioni direttamente agli esitanti. Il suo campione l’ha sintetizzato così: tutti under 50; alcuni si definivano repubblicani, nessuno ha detto di essere democratico; la maggior parte ha detto di non essere contro i vaccini in generale, ma contro il vaccino per il Covid.

 

Tra le ragioni del rifiuto ci sono: il mio sistema immunitario funziona alla grande, resisto da solo al Covid; ho già avuto il Covid, sono sopravvissuto, non mi serve il vaccino; i vaccini potrebbero avere effetti collaterali nel tempo e non c’è modo poi di riaversi contro le case farmaceutiche, curarsi costa molto; il rischio di ammalarsi per gli under 50 è basso, me la rischio; la minaccia del Covid è stata esagerata (dai liberal) al punto da mettere in discussione le libertà personali, anche il vaccino fa parte di queste imposizioni – non sono una cavia da laboratorio di un vaccino che è approvato con una procedura d’emergenza dell’Fda. Thompson riassume il pensiero degli esitanti così: “Mi fido più delle mie cellule che degli intrugli farmaceutici; mi fido più della mia testa che delle élite liberal”.

 

Il dibattito che c’era l’anno scorso durante la pandemia condiziona anche lo scetticismo di oggi. E come allora era necessaria una responsabilità collettiva nel rispettare le restrizioni, così adesso, perché la campagna di vaccinazione abbia davvero successo, ci vuole un programma “cuori e menti” per superare le esitazioni e poter  rispondere alle attese di un’America che vuole mantenere il suo vantaggio nelle vaccinazioni e che sta prenotando vacanze a ritmi straordinari: c’è una data per l’immunità di gregge?
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi