(foto EPA)

Perché il partito di Orbán lascia il PPE

David Carretta

"Stanno cercando di silenziare i nostri deputati", ha scritto il premier ungherese. Così però non è. La ragione è una modifica al regolamento interno del gruppo che avrebbe portato alla sospensione di Fidesz

Il primo ministro ungherese, Vitkor Orbán, ha annunciato l'uscita del suo Fidesz dal gruppo del Partito popolare europeo per evitare l'umiliazione di vedere sospesi i suoi deputati al Parlamento europeo. “Caro presidente, la informa che i parlamentari europei di Fidesz si dimettono dalla loro appartenenza al gruppo del Ppe”, ha scritto Orbán in una lettera al presidente del gruppo, Manfred Weber. La ragione è una modifica al regolamento interno del gruppo, votata oggi a larghissima maggioranza, che avrebbe portato alla sospensione del Fidesz nel giro di un paio di settimane. “Mentre centinaia di migliaia di europei sono ricoverati in ospedali e i nostri medici stanno salvando vite, è assolutamente deludente vedere iche il gruppo del Ppe è paralizzato dalle sue questioni amministrative interne”, ha scritto Orbán: “Gli emendamenti alle regole del gruppo Ppe sono chiaramente una mossa ostile contro Fidesz e i nostri elettori (….). Di conseguenza l'organismo di governo del Fidesz ha deciso di lasciare il gruppo del Ppe immediatamente”.

   

         

La resa dei conti tra Orban e il Ppe era attesa. La modifica del regolamento interno del gruppo era stata provocata da alcune accuse lanciate dal leader della delegazione di Fidesz al Parlamento europeo, Tamás Deutsch, contro Weber di usare un linguaggio da Gestapo sull'Ungheria. Il gruppo popolare doveva adattare il suo regolamento alla situazione interna al partito del Ppe, dopo la decisione di sospendere Fidesz per le sistematiche violazioni dello stato di diritto del governo Orbán in Ungheria. Le nuove regole del gruppo del Ppe permettono di sospendere una delegazione nazionale con un voto a maggioranza nel caso in cui sia sospesa anche dal partito. E' contro questa disposizione che Orban ha cercato di fare muro. Domenica il primo ministro ungherese aveva scritto una lettera a Weber per dire che “Se Fidez non è benvenuto, non ci sentiamo obbligati a restare nel gruppo” e minacciare esplicitamente l'uscita in caso di modifica del regolamento interno. “Se le modifiche saranno messe al voto e adottate, Fidesz lascerà il gruppo”, aveva scritto Orbán. Secondo una fonte del Ppe, il premier ungherese avrebbe chiesto aiuto ai leader dei partiti nazionali che tradizionalmente lo hanno difeso, ma senza successo. “Le altre delegazioni sono rimaste “sorprendentemente calme. Non abbiamo avuto Silvio (Berlusconi) al telefono arrabbiato”, ha detto al Foglio la fonte del Ppe. Orbán si è messo a chiamare al telefono i leader dei partiti alleati “in giro per l'Europa. Ma non ha avuto alcun risultato. La lettera doveva unire i suoi sostenitori nel Ppe, ma ha avuto effetti minimi”.

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