Pechino ci sta osservando
C'è spionaggio e spionaggio. A fare la differenza sono gli obiettivi
Che cosa ci dice l'inchiesta internazionale su una piccola startup patriottica chiamata Zhenhua, che monitora due milioni di persone
La Cina raccoglie dati per esportare “lo stato di sorveglianza di massa”. Ecco perché questo database è importante
Un terabyte di dati, cioè mille gigabyte, che corrisponde soltanto al dieci per cento dell’intero database decrittato finora dall’azienda di cybersecurity che sta analizzando i file. In quella porzione sono registrate circa due milioni di persone. La storia del database trafugato dalla piccola startup patriottica chiamata Zhenhua, con sede a Shenzhen – la Silicon Valley cinese – ha diramazioni in tutto il mondo. I dati finora analizzati dal Foglio, quelli della parte italiana, sono solo un minuscolo tassello dell’azione globale d’intelligence portata avanti da una società privata cinese con dichiarati legami con il governo di Pechino e il Partito comunista cinese. Sono diecimila le persone monitorate in India, trentacinquemila in Australia, cinquantamila in America, quarantamila nel Regno Unito secondo quanto riportato ieri dai media internazionali coinvolti nell’inchiesta. In Europa l’attenzione della Zhenhua sembra essere molto minore: in Italia poco più di quattromilacinquecento persone, e ne risultano soltanto tremilacinquecento in Francia, poco più di un migliaio in Germania. E’ possibile quindi che il resto dei dati europei faccia parte del database non ancora decrittato. Oppure che la società cinese abbia concentrato l’attività di monitoraggio su target d’interesse specifici. Anche in Canada le persone monitorate sono poco meno di quattromila, secondo quanto riportato dal Globe and Mail, tra cui il primo ministro Justin Trudeau e sua figlia undicenne Ella-Grace. Nel Regno Unito, secondo il Telegraph, risultano monitorati il governo e la famiglia reale, con un’attenzione specifica per gli esponenti delle Forze armate. Anche il Washington Post ieri scriveva che nel database americano ci sono i nomi di ufficiali delle Forze armate, i loro curricula, ma anche la localizzazione di installazioni militari.
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- Giulia Pompili
È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.