May prova a difendersi dall'accusa di avere implorato l'aiuto dell'Ue

Redazione

Il premier britannico riferisce in Parlamento sul caso dei leak pubblicati dal quotidiano tedesco Faz e smentiti anche da Juncker

“Nulla di tutto questo è vero”, ha detto Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, riguardo a quanto riportato dal quotidiano tedesco Faz sulla premier britannica Theresa May. Il giornale aveva riferito di una cena tra lui, la May e altri parlamentari europei, in cui la premier britannica appariva “stanca, sotto assedio e senza più nessun margine d’azione”.  

 

Oggi, il primo ministro inglese riferirà in Parlamento di quanto avvenuto durante il summit di Bruxelles della scorsa settimana e prima del quale ci sarebbe stata la cena incriminata, a cui ha partecipato anche il presidente della Commissione. Secondo la versione della Faz, il premier l'avrebbe "supplicato di aiutarlo". La gola profonda del quotidiano tedesco sarebbe Martin Selmayr, l’avvocato tedesco capo di gabinetto di Juncker, almeno secondo la versione di Nick Timothy, ex consulente della May. E così Timothy ha accusato Selmayr di avere mentito sulle condizioni del primo ministro inglese.

  

  

“E’ stato Selmayr”, ha twittato l'ex consulente di May. “A Bruxelles c’è chi non vuole un accordo o chi ne vuole uno punitivo”. Il capo di gabinetto di Juncker ha smentito, dicendo che né lui né Juncker avrebbero interesse a indebolire il governo britannico. E su Twitter ha risposto: “Primo punto: nego di essere la fonte del leak, secondo: nego che sia Juncker, terzo: non vogliamo essere punitivi”, poi ha riferito che la Commissione europea sta lavorando a dei negoziati imparziali e “non c’è tempo per il gossip”.

  

  

Oltre a Selmayr, anche Juncker alla Bbc ha detto di essere "veramente sorpreso, per non dire sconvolto, per ciò che la stampa tedesca ha riferito. Theresa May era in buona forma, non era stanca, stava combattendo perché questo è il suo dovere, per me andava tutto bene”. Ma di certo, il fatto che un quotidiano tedesco parli di un premier "supplicante" per ottenere un approccio più soft da parte di Bruxelles nei negoziati sulla Brexit non fa che peggiorare l'immagine dell'esecutivo di Londra. Al punto da costringere il premier a fare chiarezza in Parlamento sulle accuse mediatiche.

   

La scorsa settimana, dopo il summit, erano arrivate anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Boris Johnson, che lo aveva definito più positivo rispetto ad altri. Ma la versione del capo negoziatore europeo, Michael Barnier, era stata diametralmente opposta: "Non siamo nemmeno a metà dell'opera", aveva commentato.

 

I negoziati andranno avanti e i leader europei hanno deciso di iniziare i preparativi che porteranno alla seconda fase per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Venerdì, in conferenza stampa, il presidente della Commissione aveva dichiarato che “la prospettiva del nostro lavoro è arrivare a un accordo”. “Detesto l’idea di non raggiungere un accordo”, aveva detto Juncker. May, invece, era stata laconica: “C'è ancora tanta strada da fare”.