Radicals Uk

Redazione

Un partito nato per caso su Twitter mostra l’assenza di un centro anti Brexit

I Radicali Uk sono nati per caso, una domanda su Twitter, a mo’ di esplorazione, e poi una valanga di adesioni, una media di 45 email ogni minuto con scritto: “I’m in”. L’esperimento lo ha fatto Jeremy Cliffe, capo dell’ufficio di Berlino dell’Economist, molto attivo sui social, molto disperato per il fatto che nel suo paese, il Regno Unito, non riesca a organizzare una opposizione efficace alla Brexit. Così ha tuittato: se siete interessati a un partito anti Brexit, pro tech, d’ispirazione social-liberale, mandate un’email a [email protected]. Non pensava, ha raccontato Cliffe, che la risposta sarebbe stata così calorosa e rapida, come se ci fosse un mucchio di gente che non aspettava che l’arrivo dei Radicali. C’è chi ha creato l’account Twitter, chi ha spiegato a Cliffe come gestire un flusso di mail tanto grande, chi si è messo a lavorare a un sito (e facendolo ha notato che il dominio radicals.uk è già di proprietà dell’Ukip, ironia suprema). Cliffe ha poi precisato che lui di mestiere fa il giornalista, non il leader politico, ma non vuole che questo patrimonio di adesioni “vada perduto” e lo cederà a un gruppo inglese che si occuperà di trasformare un tweet e un partito nato per caso in qualcosa di vero. Molti hanno commentato che in una notte un reporter intraprendente è riuscito a fare quello che politici navigati, tra laburisti e liberaldemocratici, non sono riusciti a fare in un anno e mezzo dalla Brexit. Altri hanno detto che la boutade e la sua risonanza su Twitter sono soltanto l’ultima dimostrazione della bolla in cui vive l’establishment. Chi ha ragione si vedrà, ma che manchi un centrismo moderato anti Brexit pare piuttosto evidente.

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