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La gauche, la bandiera europea, la Madonna
In Francia Mélenchon vuole toglierla perché richiama il cristianesimo
Jean-Luc Mélenchon, il tribuno della gauche francese, mercoledì ha chiesto al governo di togliere la bandiera europea dal Parlamento. “Signor Presidente, non ha il diritto di imporre un emblema europeo confessionale in Francia”, ha detto Mélenchon. “E’ la Repubblica, non la Vergine Maria”. La Vergine Maria? E’ folle l’idea di Mélenchon di fare piazza pulita della bandiera europea in quanto richiamerebbe l’iconografia cristiana. Ma l’attacco del leader di France Insoumise ha ricordato alla sinistra militante e alle élite qualcosa che preferirebbe dimenticare. La burocrazia di Bruxelles, infatti, ha riscritto l’origine della sua stessa bandiera: “La bandiera europea simboleggia l’Unione europea e, più in generale, l’identità e l’unità dell’Europa”, si legge sul sito della Ue. “Dodici stelle d’oro su sfondo blu. Sono gli ideali dell’unità, della solidarietà e dell’armonia tra i popoli dell’Europa. Il numero di stelle non ha nulla a che vedere con il numero di paesi membri, anche se il cerchio è un simbolo di unità. Il dodici è un numero simbolico che rappresentata la completezza. Si tratta inoltre ovviamente del numero dei mesi dell’anno e delle ore indicate sul quadrante dell’orologio”. Invece ha ragione Mélenchon: la bandiera fu ideata dal disegnatore cattolico francese Arséne Heitz, che si ispirò al dodicesimo capitolo dell’Apocalisse: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”. Gli europeisti farebbero bene a ricordarlo. Per sapere anche come rispondere ai vari Mélenchon.


bruxelles
L'Ue propone di reintrodurre i dazi a Israele, ma von der Leyen sa che non c'è la maggioranza
“Non vogliamo punire Israele o i cittadini israeliani, ma fare pressione sul governo israeliano affinché cambi strada a Gaza”, ha detto l’Alto rappresentante, Kaja Kallas. Eppure la proposta della presidente della Commissione di sospendere la parte commerciale dell’accordo Ue-Israele appare come un atto simbolico di opportunismo politico. Che rischia di essere insabbiato a causa del veto di uno o più governi
