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Oggi è stato arrestato Navalnyj che, in Russia, è meno conosciuto di quanto pensiamo

Micol Flammini

E' uno degli oppositori di Putin più noti in occidente e meno in patria

Alexej Navalnyj è stato fermato questa mattina dalla polizia. Doveva andare alla stazione per prendere un treno, direzione Niznyj Novgorod, dove avrebbe dovuto tenere un comizio. Il portavoce della polizia ha diffuso un comunicato: “Navalnyj è stato fermato per aver lanciato appelli a partecipare a manifestazioni pubbliche non autorizzate e ora si trova in un commissariato per accertamenti”.

 

Navalnyj è un avvocato, ha un blog chiamato Fondazione contro la corruzione, è il segretario del Partito del progresso, si definisce un nazionalista democratico ed è noto, in occidente, per essere stato arrestato più volte sia per fatti legati al suo attivismo politico, come l’organizzazione di manifestazioni non autorizzate, sia per altri reati. Il blogger è diventato il simbolo dell’opposizione a Putin, tanto che qualcuno sostiene che, qualora si candidasse, potrebbe portare via dei voti all’attuale presidente. Navalnyj, in occidente, è diventato il simbolo dell’opposizione, della dissidenza e del coraggio. Viene spesso presentato come la speranza della nuova generazione di russi che spia e sogna le democrazie europee da un social network. L’eroe che la polizia vuole mettere a tacere, nonostante i russi confidino in lui. Questo è il ritratto che di lui si fa al di qua degli Urali, che però non riflette in tutto e per tutto la realtà.

 

Il 53 per cento dei russi non sa chi sia questo eroe nazionale. A dirlo è il Levada center, il noto centro non governativo che si occupa di analisi e sondaggi e che spesso è stato anche accusato dal Cremlino di condurre ricerche anti governative. Del restante 47 per cento che ha detto di conoscerlo, il 35 si è dichiarato neutrale nei suoi confronti, mentre il 23 ha riferito di non avere una buona opinione.

 

A giugno, Navalnyj aveva organizzato una protesta contro la corruzione per le strade di Mosca. Quel giorno la moglie scrisse su Twitter che la polizia era venuta a prendere il marito a casa e, durante la manifestazione, molti ragazzi vennero arrestati. I media italiani avevano parlato di un’altissima partecipazione e avevano esaltato l’eroismo del blogger.  In pochi però avevano detto che nelle stesse ore si stava tenendo un’altra manifestazione, ben più sentita dai russi, che erano scesi in piazza per protestare contro l’abbattimento delle “kruscevki”, le vecchie case popolari fatte costruire da Kruscev dove ancora abitano moltissime famiglie che rischiano di trovarsi in mezzo alla strada. Il 12 giugno, inoltre, per tutte le strade di tutte le città si festeggia “il giorno della Russia”, una festa nazionale molto sentita. In quel giorno le strade erano piene di persone ed è da dubitare che la maggior parte andasse proprio alla manifestazione organizzata da Navalnyj, ma il blogger aveva appositamente organizzato la sua manifestazione il 12 giugno.

 

Che Alexej Navalnyj non abbia in Russia tutto il seguito di cui si parla da noi, è un dato di fatto. Come lo ha dimostrato il Levada center, lo dimostrano anche i social, palcoscenico sul quale il blogger ama molto esibirsi, senza avere troppo successo. Su Instagram, la piattaforma che ha utilizzato per una raccolta di firme per lanciare la sua candidatura alle presidenziali del 2018, ha 243 mila follower. Pavel Durov, l’inventore di Telegram, che non ha un buon rapporto con il Cremlino e sui social è meno esibizionista, ne ha 335 mila. Su Twitter e su Vkontakte, il Facebook russo, il blogger ne ha  324 mila e Durov 5,8 milioni. Eppure Navalnyj è molto attivo e per essere la speranza delle nuove generazioni che, di solito, sui social passano molto tempo, non dimostra di avere un grande seguito.

 

Famosi sono le foto e i video che documentano i suoi arresti: Navalnyj in stato di fermo che scatta foto dal commissariato, Navalnyj prima dell’arresto che fa un video alla polizia che, invece di togliergli di mano il telefono, reagisce sommessamente e attende che il blogger prema stop. Tutto prontamente condiviso sui social. Delle situazioni un po’ paradossali se si pensa a come la Russia ha trattato finora i suoi oppositori politici. Primo tra tutti, un ex compagno di partito dello stesso Navalnyj, Boris Nemcov, talmente attivo sul piano politico da rimetterci la vita, in situazioni ancora non chiarite. Altri oppositori come il leader di Jabloko, che ha raccolto molti dei voti che il partito di Putin ha perso, portano avanti l’attività politica sperando di entrare un giorno nella Duma e nonostante un minore battage social sono più conosciuti tra i connazionali.

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