La Libia blocca le navi delle Ong
La marina libica ha imposto a tutte le imbarcazioni straniere il divieto di soccorrere i migranti in una nuova area di "Search and rescue" che si estenderà per 180 chilometri dalle sue coste
La marina libica, fedele al premier del governo di unità nazionale di Tripoli di Fayez al Serraj, ha imposto a tutte le navi straniere il divieto di soccorrere i migranti in un’area di "Search and rescue" (Sar, cioè Ricerca e recupero) che va molto oltre le 12 miglia nautiche (circa 22 chilometri) delle acque territoriali libiche. Di fatto la decisione impedirà alle navi delle Ong di intervenire, non solo nelle acque territoriali ma anche a centinaia di chilometri dalla costa.
A dare la notizia in conferenza stampa, riporta l'Agi, è stato il generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Abu Sitta a Tripoli: la Libia ha "istituito ufficialmente una zona di ricerca e salvataggio nella quale nessuna nave straniera avrà il diritto di accedere salvo una richiesta espressa alle autorità libiche" che dovranno poi concedere la loro autorizzazione caso per caso. Un portavoce della marina libica, il generale Ayoub Qassem, ha chiarito che il provvedimento è stato adottato proprio “per le Ong che pretendono di salvare i migranti clandestini sostenendo che si tratta di un'azione umanitaria”.
Anche se la nuova area Sar non è stata fissata in modo esplicito nell'annuncio di oggi, dovrebbe essere – secondo le cartine in uso alla missione EuNavFor Med – quella esistente ai tempi del colonnello Muammar Gheddafi che si estende fino ad almeno 97 miglia nautiche dalla costa libica, circa 180 chilometri. Al momento le navi delle Ong, operano invece al limite o anche entro le 12 miglia nautiche delle acque territoriali.
“Vogliamo inviare un chiaro messaggio – ha detto il generale Qassem – a tutti coloro che violano la sovranità libica e mancano di rispetto alla Guardia costiera e alla marina”. Per le navi italiane invece, ha ricordato Qassem, l’ingresso nelle acque libiche rientra nel quadro dell’accordo di cooperazione congiunta del 2008. Un ufficiale della Guardia costiera libica, Massud Abd al Samad, ha affermato che la Guardia costiera intraprenderà un’operazione congiunta con le forze italiane per combattere l’immigrazione e l attiverà lo scambio di informazioni con Frontex, l’agenzia europea della guardia costiera e di frontiera. Allo stesso tempo, il portavoce ha spiegato che non sarà tollerata la violazione della propria sovranità sul Mediterraneo.
Isteria migratoria