Il Senato americano

Il Senato americano vuole nuove sanzioni contro la Russia

Redazione

Più poteri al Congresso per adottare misure economiche restrittive nei confronti di altri paesi. Il voto finale sul documento è previsto la prossima settimana 

I senatori americani hanno raggiunto un accordo su un documento che impone nuove sanzioni economiche alla Russia e che impedisce alla Casa Bianca la possibilità di alleggerire, sospendere o porre fine alle sanzioni senza l'approvazione del Congresso. Inoltre, si prevede che alcune misure economiche restrittive, che finora erano comminate con ordini esecutivi del presidente, siano vagliate dai parlamentari. Tra queste rientrano le sanzioni che colpiscono i progetti per l'energia e l'industria russe. 

 

L'accordo prenderà la forma di un emendamento al documento che prevede un regime sanzionatorio nei confronti dell'Iran. L'obiettivo delle sanzioni è quello di punire Mosca per la sua sospetta ingerenza nella campagna elettorale del 2016, per l'annessione della Crimea in Ucraina e per il sostegno offerto dal Cremlino al regime siriano di Bashar el Assad. Per il Senato americano, la Russia è da considerarsi responsabile della violazione della sicurezza americana – su cui sono in corso delle indagini per i presunti attacchi hacker che hanno riguardato Hillary Clinton prima delle ultime elezioni – e per avere favorito la violazione dei diritti umani sostenendo gli attacchi di Assad nei confronti dei civili.

 

L'intero documento sulle sanzioni all'Iran, che comprende l'emendamento sulla Russia, sarà votato la prossima settimana per poi essere controfirmato dal presidente. Se Trump dovesse opporsi, il Congresso prevede di avere abbastanza voti per imporsi sul suo veto. "Queste ulteriori sanzioni mandano un messaggio potente e bipartisan alla Russia e a qualunque altro stato che possa interferire nelle nostre elezioni", ha commentato il leader democratico Chuck Schumer in un comunicato. L'accordo raggiunto in Senato prevede anche una "assistenza robusta" a favore delle istituzioni democratiche in Europa, affinché riescano a imporsi sulla aggressiva controinformazione russa.