Una bomba B61

La Bomba che penetra la terra come “un coltello caldo nel burro”

Giulia Pompili

La regina delle armi atomiche americane è perfetta per la deterrenza ma fa anche paura. Come sarà la Terza guerra mondiale

Roma. La Terza guerra mondiale come sarà?, ci si domanda, visto il periodo di tensioni che attraversano i continenti. Avremo bisogno di rifugi antiatomici? Di maschere antigas? Oppure si tratterà di una guerra combattuta con embarghi e valute, guerra di migranti, attacchi terroristici, conflitti sociali, una guerra di propaganda, tra hackeraggi e intrusioni nelle più remote stanze dei bottoni? Perfino Henry Kissinger, nella sua lunghissima intervista all’Atlantic (pubblicata ieri su queste colonne), ha parlato di un eventuale scontro tra America e Cina come di “una guerra cibernetica dalle conseguenze imprevedibili”. E’ difficile pensare oggi a una guerra tradizionale, come quella che fu combattuta poco più di settant’anni fa, con centinaia di migliaia di soldati in divisa sul fronte: i fronti non esistono più. Oppure si stanno ricostituendo. Ma mentre l’uomo comune riflette sulle conseguenze – il boom delle discussioni su “come prepararsi all’Apocalisse” lo dimostra – il settore della Difesa mondiale cresce, e investe su armi tradizionali. Dietro c’è una strategia della deterrenza (il mio arsenale è più grosso del tuo) eppure quelle armi esistono, e non è detto che, prima o poi, non vengano usate. Lo scorso anno, nel pieno della crisi tra America e Corea del nord – dopo i due test nucleari a distanza di pochi mesi condotti da Pyongyang – l’Amministrazione Obama ha per la prima volta mostrato, durante un’esercitazione militare, quello che sa fare la sua Regina delle Bombe.

 

Un’arma sofisticatissima, nella quale l’ingegneria nucleare si fonde con la precisione tecnologica, perché la Regina penetra nella superficie terrestre e detona sottoterra, dando il massimo del risultato richiesto con una distruttività ottimizzata rispetto alle vecchie Bombe nucleari. Sottoterra alcuni effetti dell’esplosione vengono contenuti, per esempio il vento e le nubi radioattivi, le tempeste di fuoco, l’abbagliamento. E’ un missile nucleare di tre metri e mezzo sparato dentro la crosta terrestre, entra come un coltello caldo nel burro e sparisce completamente sottoterra, ed è capace di distruggere qualunque bunker – da qui l’inutilità di chi sta spendendo milioni di euro per un silos sotterraneo equipaggiato in caso di guerra.

 

L’ultima generazione delle bombe nucleari della famiglia B61, un progetto sviluppato nel laboratorio fantasma di Los Alamos e che esiste già dal 1960, è anche il programma nucleare più costoso della storia americana. Nel 2013 il Pentagono, sotto la presidenza del premio Nobel per la Pace, Barack Obama, ha approvato un budget di 11 miliardi di dollari per continuare il programma di ricerca – un progetto Manhattan 2.0, ma ricavato da un progetto passato per non incorrere nella contraddizione dei “nuovi armamenti”. In realtà Washington tiene molto alla Regina: la versione numero 12 della Bomba (B61 mod 12) ha una precisione di trenta metri sul punto di penetrazione sul suolo terrestre, un bel progresso rispetto ai cento, centocinquanta metri della versione precedente. Può essere equipaggiata fino a 50 chilotoni (per fare una comparazione, Little Boy, la Bomba che distrusse Hiroshima, aveva 13-16 chilotoni).

 

Secondo il viceammiraglio giapponese Yoji Koda, attualmente in congedo dalla Japan Maritime Self Defence Force, quella mostrata durante le esercitazioni militari americane dell’ottobre 2016 era proprio l’ultima generazione delle B61, “e per la prima volta la Corea del nord si è resa conto della potenza distruttiva delle Forze armate americane”. Il segretario alla Difesa di Donald Trump, Jim Mattis, durante la sua audizione al Senato ha parlato di una prossima sostituzione dei 180 ordigni nucleari dispiegati sui territori dei paesi Nato con le B61-12. Entro il 2020, o forse anche prima, la Lockheed Martin dovrebbe montare le B61-12 sugli F-35. Tra il 2017 e il 2018 le Forze armate di Belgio, Olanda, Germania dovrebbero poter essere equipaggiate con le armi nucleari sotterranee. In Italia, le Regine arriveranno nelle basi militari di Aviano e Ghedi. 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.