Donald Trump con Mary Barra di General Motors e Sergio Marchionne di Fiat Chrysler (Foto LaPresse)

Sì agli oleodotti e sgravi per le auto, Trump se ne frega di pellerossa e ambientalisti

Andrea Bonicatti

Il presidente incontra alla Casa Bianca gli amministratori delegati di Ford, General Motors e Fiat Chrysler. Poi firma gli ordini esecutivi per autorizzare il completamento di Keystone XL e Dakota Access 

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha incontrato gli amministratori delegati dei tre principali gruppi automobilistici del paese, Mark Fields di Ford, Mary Barra di General Motors e Sergio Marchionne di Fiat Chrysler. Trump ha promesso agli ad sgravi fiscali e tagli alle regolamentazioni se le loro aziende apriranno fabbriche negli Stati Uniti.

 

“Apprezzo l'intento del presidente di fare degli Stati Uniti un grande luogo dove fare business. Lavoreremo con il presidente Trump e i membri del Congresso per rafforzare l'industria americana”, ha detto Marchionne, spiegando ai giornalisti che durante l’incontro non erano state fornite informazioni dettagliate sugli incentivi.

 

Dopo l’incontro con gli esponenti del settore automobilistico, Trump ha firmato due ordini esecutivi per autorizzare il completamento degli oleodotti Keystone XL e Dakota Access. Durante la campagna elettorale il presidente aveva promesso di rendere gli oleodotti una priorità, e di assicurare che saranno costruiti con acciaio americano. L’ordine esecutivo cancella il veto che l’ex presidente Barack Obama aveva imposto sulla Keystone XL nel 2015, ma non è chiaro quanto possa influenzare la Dakota Access, in quanto l’oleodotto è completo, tranne che per una sezione adiacente una riserva dei Sioux. Nel 2016, il genio militare aveva chiesto di sospendere i lavori, per accertare che non esistessero rischi di inquinamento per la falda acquifera usata dalla tribù Standing Rock.