Recep Tayyip Erdogan (Foto LaPresse)

Arrestato l'editore del quotidiano Cumhuriyet. La lunga vendetta di Erdogan

Redazione
Akin Atalay è stato arrestato con l'accusa di terrorismo al suo arrivo in Turchia dalla Germania. Dieci giorni fa erano stati fermati direttore e giornalisti della prestigiosa testata d'opposizione.

Non ha fatto in tempo a toccare il suolo turco che già le manette gli si stringevano ai polsi. Akin Atalay, presidente del comitato editoriale del quotidiano turco d’opposizione Cumhuriyet, è stato arrestato con l'accusa di terrorismo al suo arrivo in Turchia dalla Germania. Un veicolo della polizia lo attendeva ai piedi della scaletta dell'aereo all'aeroporto di Istanbul. Lo riferisce il quotidiano turco filo-governativo Sabah. L'arresto di Atalay arriva dopo che, a fine ottobre, era stato arrestato il direttore del quotidiano, Murat Sabuncu, ed era stato spiccato un mandato ne confronti di Atalay e di 13 giornalisti di Cumhuriyet. La vicenda riguarda presunti legami tra il quotidiano liberale e il partito curdo dei lavoratori pkk, nella lista nera del terrorismo di Ankara e l'imam Fethullah Gulen, accusato dal governo Erdogan di essere il mandante del tentato golpe del 15 luglio. Dieci giorni fa, la polizia turca aveva fatto irruzione nella sede del quotidiano, arrestando il direttore Sabuncu, insieme ad altri nove giornalisti. Perquisizioni erano state compiute in diversi abitazioni, compresa quella di Atalay, che in quel momento si trovava in Germania.

 

L'ex direttore di Cumhuriyet, Can Dundar, da qualche mese residente in Germania, era stato condannato in primo grado insieme al capo della redazione di Ankara, Erdem Gul, a cinque anni e 10 mesi di carcere per aver pubblicato la notizia su un camion dell'intelligence di Ankara carico di armi e diretto in Siria. Le organizzazioni di difesa dei diritti umani hanno subito e nuovamente manifestato la loro preoccupazione per il rispetto della libertà di espressione.

 

Cumhuriyet, fondato nel 1924, e con una tirata giornaliera di circa 50mila copie, non è tra i quotidiani più venduti in Turchia ed è quasi privo di pubblicità perché pochi imprenditori intendono correre il rischio di sostenerlo. Eppure è noto come bandiera del giornalismo d’inchiesta laico e indipendente nonostante la sua marcata linea di opposizione al governo da posizioni di centrosinistra.