Jean-Claude Juncker (foto LaPresse)

Patto di stabilità e immigrazione, da Juncker uno schiaffetto e una carezza all'Italia

Redazione

"L'Italia ha già usufruito di 19 miliardi grazie all'Ue ed è stata l'unica a beneficiarne", dice il presidente della Commissione. Mentre sull'immigrazione il lussemburghese plaude allo sforzo del governo Renzi. Ma lo stato di salute dell'Ue preoccupa.

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha parlato molto dell'Italia in occasione del suo intervento al Cese, il Comitato economico e sociale europeo. Se da un lato ha ricordato e apprezzato l'impegno del nostro paese nella gestione della crisi dei migranti, dall'altro ha precisato che l'Ue ha già concesso molti soldi in nome della flessibilità richiesta dal premier Matteo Renzi. "Abbiamo introdotto moltissimi elementi di flessibilità. Senza la flessibilità che abbiamo introdotto, che io ho introdotto, contro tutti quelli che conoscete, l'Italia avrebbe dovuto spendere 19 miliardi di euro in meno quest'anno", ha chiarito Juncker. "E' flessibilità per l'Italia, e l'Italia ne chiede di più. La  flessibilità per l'Italia significa 19 miliardi in più di spesa rispetto a quello che avrebbe potuto permettersi". Inoltre, ha spiegato il presidente della Commissione, "Abbiamo introdotto la clausola degli investimenti, per la prima volta, nell'interpretazione del patto: l'Italia ne sta beneficiando ed è l'unico paese in Europa a beneficiarne. Non siamo ciechi, vediamo che il patto di Stabilità deve essere in linea con il ciclo economico".

 

In tema di migranti, Juncker ha speso parole di elogio per il nostro paese. "Ammiro molto l'Italia, la Grecia e Malta. Ma l'Italia opera meglio perché salva migliaia di vite al giorno, con il risultato che le navi di tutti i paesi Ue, tranne il Lussemburgo che non dispone di navi, raccolgono i rifugiati e li portano in Sicilia, lasciando all'Italia il compito di nutrirli e ospitarli. Lo stesso succede in Grecia". Il presidente della Commissione ha spiegato inoltre che la suddivisione dei migranti fra i vari paese europei resta problematica. La solidarietà nella ripartizione dei rifugiati tra i diversi ci "deve essere", ha detto. "Alcuni paesi lo fanno, altri dicono di no perché sono cattolici e non vogliono musulmani. Questo è inaccettabile", ha aggiunto riferendosi a stati membri, come ad esempio l'Ungheria, che hanno proposto di accettare solo migranti di religione cattolica.

 

Sullo stato di salute dell'Ue, Juncker ha usato toni preoccupati: La Ue è "davanti ad una policrisi", ha spiegato. "Non parlo del discorso sullo stato dell'Unione, perché l'Unione va molto male. Un anno fa dicevo che non c'era abbastanza unione e dopo un anno non posso che ripeterlo. Le rotture e le fessure sono numerose". "C'è ancora troppa disoccupazione, anche se l'Europa ha creato 8 milioni di posti di lavoro" ed "il tasso di occupazione è vicino a quello degli Stati Uniti" quando alcuni anni fa era "più basso di 5 punti". L'Unione europea è "alle prese con le crisi dei rifugiati, la Brexit e la mancanza di investimenti", ha aggiunto Juncker, oltre alle situazione "in Ucraina e Siria e si dimentica che la Siria è un vicino dell'Europa, perché è molto vicina a Cipro".