Il calciatore turco Hakan Sükür

Dirlo: fuori la Turchia dagli Europei

Redazione
Dopo giornalisti e oppositori, colpiti i calciatori. E' di ieri la notizia dell’ordine d’arresto spiccato da Ankara ai danni della ex star del calcio turco Hakan Sükür, accusato di appartenere a un “gruppo terroristico armato”, ossia all’organizzazione che fa capo al predicatore Fethullah Gülen.

Nessun settore della società turca è risparmiato dalle purghe del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nemmeno lo sport. E la conferma è arrivata ieri con la notizia dell’ordine d’arresto spiccato da Ankara ai danni della ex star del calcio turco Hakan Sükür, accusato di appartenere a un “gruppo terroristico armato”, ossia all’organizzazione che fa capo al predicatore Fethullah Gülen, considerato l’ispiratore del golpe fallito dello scorso 15 luglio. La casa di Sükür, a Istanbul, è stata sopposta a perquisizione, i suoi beni sono stati sequestrati, i suoi conti correnti bloccati, e assieme a lui è stato raggiunto dal mandato di cattura anche il padre, Selmet, arrestato ieri. Tutti gli appassionati di calcio si ricordano Sükür con addosso la maglia del Galatasaray. E’ un’icona a Istanbul ed è soprattutto il più grande goleador turco di tutti i tempi, dopo una florida carriera sportiva marcata anche da un terzo posto ai Mondiali del 2002 con la Nazionale. Prima dell’ordine d’arresto nei suoi confronti, Sükür, tre anni dopo l’addio al calcio, nel 2011, aveva deciso di lanciarsi in politica, proprio nelle file dell’Akp di Erdogan.

 

Riuscì a entrare come deputato in Parlamento, dove rimase fino al 2013, quando decise di abbandonare il partito governativo in protesta. Ora ne sta pagando le conseguenze. Già lo scorso 16 giugno l’ex calciatore è stato oggetto di un rinvio a giudizio e di una richiesta di condanna a 4 anni perché avrebbe accusato il presidente turco di essere un ladro. Ma ora Erdogan vuole andare ancora più lontano. Le purghe del leader dell’Akp hanno colpito tutte le istituzioni e gli ambiti della società turca, con circa sedicimila persone considerate vicine al leader dell’organizzazione di Gülen, che sono state incriminate e incarcerate, a cui si aggiungono gli altri seimila sospetti, attualmente in stato di fermo. Queste purghe, lo sappiamo, sono un segnale di un allontanamento di Ankara dalla sfera non solo strategico-politica, ma anche morale dell’occidente e della Nato. Forse la Turchia autoritaria che colpisce giornalisti e dissidenti non potrà essere cacciata dalla Nato. Ma almeno la Turchia autoritaria che perseguita i suoi sportivi potrà essere cacciata dagli Europei di calcio?