Il primo ministro giapponese Shinzo Abe al santuario di Ise (foto Lapresse)

Si apre il G7 in Giappone e per il premier Shinzo Abe è una riscossa scintoista

Giulia Pompili
Il luogo scelto dal primo ministro giapponese si trova nell’area di Ise-Shima. La scelta non è stata casuale: fa parte della strategia di Abe di rivendicare a livello internazionale le tradizioni del Giappone perché ricordo di un passato nazionalista e imperialista.

Inizia oggi il vertice G7, e per le prossime 48 ore il Giappone si trasformerà nella sede della politica mondiale. In realtà, da anni ormai, i veri lavori del Gruppo dei sette si svolgono nei mesi che precedono i due giorni più mediatici di colloqui tra i capi di stato di America, Canada, Giappone, Francia, Germania e Italia – per esempio il 20 maggio scorso, quando i ministri dell’Economia si sono incontrati a Sendai per il G7 finanziario. In quell’occasione le posizioni sulle politiche di bilancio di Tokyo si sono scontrate con quelle di Berlino rendendo impossibile un’azione coordinata tra i paesi per rivitalizzare l’economia mondiale. Durante il vertice che si terrà oggi e domani verranno resi pubblici anche i lavori dei mesi precedenti, ma sarà, come al solito, soprattutto un momento di promozione per il paese ospitante. Il luogo scelto dal primo ministro giapponese Shinzo Abe per accogliere i leader del mondo si trova nell’area di Ise-Shima, una penisola a sud di Nagoya e a est di Kyoto, nella prefettura di Mie a circa trecento chilometri da Tokyo. La scelta non è stata casuale. Da una parte, la penisola si presta agli altissimi livelli di sicurezza che il Giappone ha deciso di garantire per evitare che il summit sia bersaglio dei terroristi.

 

Dall’altra la scelta del luogo fa parte anche della strategia del premier conservatore Abe di rivendicare a livello internazionale le tradizioni del Giappone – anche quelle più controverse e criticate dai vicini (Cina e Corea del sud in primis) perché ricordo di un passato nazionalista e imperialista. Il Grande santuario di Ise Jingu è il luogo più sacro per la religione scintoista. E’ dedicato ad Amaterasu, la dea del sole, dalla quale discende la famiglia imperiale. Il santuario di Ise ha un valore simbolico, ed è forse perfino più profondo di quello del santuario Yasukuni – che ospita le anime dei caduti durante la guerra, inclusi quattordici criminali di classe A, condannati per “crimini contro la pace”. Nel 2013 Shinzo Abe visitò il santuario Yasukuni e scatenò una crisi diplomatica con la Cina e la Corea del sud che ancora fatica a risolversi. Il santuario di Ise è il simbolo dello scintoismo, e lo scintoismo è la religione della tradizione, per il Giappone, che dalla Restaurazione Meiji (1868) fino al 1945 riconosceva l’origine divina del paese e della figura dell’imperatore attraverso la fede nello scintoismo. Secondo gli storici, la religione scintoista fu usata dall’impero giapponese per motivare i cittadini a combattere durante la Seconda guerra mondiale.

 

Ieri Shinzo Abe e sua moglie Akie hanno preso il Tokaido Shinkansen, il treno superveloce nipponico che collega Tokyo a Nagoya, hanno pranzato in carrozza con un bento – la tradizionale scatola portapranzo giapponese – così come documentato appassionatamente da Akie Abe sulla sua pagina Facebook. Arrivati a Ise, la coppia presidenziale ha fatto subito tappa al santuario, dove accompagnerà nei prossimi giorni anche gli altri ospiti, compreso il presidente americano Barack Obama. Abe visita il santuario di Ise ogni anno, il primo di gennaio, com’è tradizione del Capodanno nipponico, e nell’ottobre del 2013 ha presenziato anche alla sessantaduesima cerimonia di “rinnovamento” del luogo sacro, che viene ricostruito ogni vent’anni secondo un antico rituale. Un capo di stato non presenziava la cerimonia dal 1929.

 

Ieri Barack Obama è stato accolto all’aeroporto dall’ambasciatrice americana in Giappone, Caroline Kennedy, e poi ha avuto un colloquio privato con Shinzo Abe. Il premier giapponese ha protestato per l’uccisione della cittadina nipponica da parte di un ex marine di stanza a Okinawa, e Obama – che sta presenziando il suo ultimo G7 – ha promesso “massima collaborazione”. Ma tutti gli occhi ora sono puntati sulla giornata di domani, quando il presidente americano andrà a Hiroshima, un evento storico che rischierà di fare ombra sul Gruppo dei sette. Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, in volo verso il Giappone, ha scritto nella sua eNews che il G7 del prossimo anno sarà organizzato in Sicilia, a Taormina.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.